VENEZIA - Due indagini: la Corte dei Conti e l’Ufficio scolastico regionale del Veneto. Poi la richiesta di convocazione di un Consiglio d’istituto straordinario. Tre aspetti - contabile, di chi governa la scuola veneta e di chi la scuola in questione la vive ogni giorno - che sono anche le tre lenti attraverso cui guardare e sezionare il caso dei quaranta banchi a seduta innovativa (i banchi con le rotelle) del liceo scientifico Benedetti Tommaseo mandati al macero settimana scorsa dalla dirigente scolastica Stefania Nociti.
FARI ACCESI
Una vicenda cominciata con una foto sui social e salita alla ribalta nazionale (ci sono stati post a riguardo da parte del leader della lega, Matteo Salvini, e dall’ex ministra dell’Istruzione, la pentastellata Lucia Azzolina) che adesso diventerà materia di fascicoli d’indagine e di altri atti formali.
La prima a muoversi è stata la Corte dei Conti che, come fatto in primavera per altri banchi a rotelle accatastati nella sede della Provincia di Padova, ha aperto un’indagine contabile: ricostruire la spesa e il motivo della loro distruzione, commissionata a una ditta privata. Secondo fascicolo è quello aperto dalla Provveditrice regionale Carmela Palumbo mentre nelle prossime ore arriverà sulla scrivania della preside del Benedetti Tommaseo una richiesta dei professori e dei genitori che chiedono la riunione del Consiglio d’istituto per sentire spiegare l’intera storia, dall’inizio.
IL NODO RIBALTINE
A ordinare i banchi nell’estate 2020 era stata la reggente dell’epoca del Benedetti Tommaseo che alla Struttura commissariale aveva chiesto quaranta sedute innovative con ribalta, cioè il piano d’appoggio. Nel form del ministero però non era indicato se i banchi avessero avuto le rotelle e se fossero, ad esempio, stati compatibili con gli studenti più grandi fisicamente. Erano stati ordinati - con anche l’ok da parte del responsabile della sicurezza - e ne sarebbero stati usati una trentina in Aula magna (predisposta con i segnaposto a un metro di distanza l’uno dall’altro) e una decina in altre aule per portare in classe il numero più alto di studenti.