Polemica a Venezia. «Troppi banchi in riva. Sono ​una vergogna: alzare le tasse»

Martedì 8 Ottobre 2019 di Roberta Brunetti
Polemica a Venezia. «Troppi banchi in riva. Sono una vergogna: alzare le tasse»
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VENEZIA - Quella schiera di banchetti che occupa Riva degli Schiavoni sono «una vergogna, un'indecenza - sbotta Paolo Pellegrini, il consigliere fucsia che a Ca' Farsetti guida la commissione commercio - Al mondo non esistono situazioni analoghe nelle città con cui doverebbe raffrontarsi Venezia. Penso a Parigi, Berlino, Londra».

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Che fare? «Gli ambulanti dovrebbero restituire la licenza - rilancia il presidente della IX commissione -. Per farlo la mia proposta è quella di moltiplicargli la tassa di occupazione di suolo pubblico. Oggi pagano cifre attorno ai 600, 700 euro l'anno. Tariffe che andrebbero decuplicate». Questione a lungo dibattuta, di cui si torna a parlare ora che cominciano a vedersi i primi effetti dei pianini a cui ha tanto lavorato anche Pellegrini. Una riorganizzazione del suolo pubblico predisposta dal Comune, con l'avvallo della Soprintendenza, che doveva riordinare commercio ambulante e plateatici, nel rispetto dei luoghi, ma che sta avendo anche conseguenze contestate. Da un lato, la  Riva degli Schiavoni si è ritrovata ancor più stipata di paccottiglia da turisti, per l'arrivo di tre banchetti spostati da campo San Filippo e Giacomo. Dall'altro, il mercato dell'ortofrutta di San Leonardo, da febbraio spostato dal rio terà al campo, si è ridotto a tre soli banchi: gli altri hanno già restituito la licenza. 
TURISMO STRACCIONEA sollevare il caso è Francesca Cavalier, portavoce del Goia, sindacato degli ambulanti che aveva partecipato, con le altre associazioni di categoria, ai lavori per la predisposizione dei pianini. «Noi avevamo detto la nostra in Conferenza di servizi, sia sull'affollamento della Riva che sui rischi di uno spostamento del mercato San Leonardo, ma non siamo stati ascoltati - accusa - É stata la Soprintendenza ad insistere per liberare San Filippo e Giacomo. Si sapeva che ci sarebbe stato affollamento in Riva. Comunque i banchi restano mobili, vanno via la sera. Quando alla visuale, a chiuderla ci pensano anche i pontili sempre più grandi. Mentre la presenza di tanti banchetti ha anche effetti positivi. Controllano la zona, tanto che sono spariti e abusivi e mascherine. E visto che il lavoro è poco, si controllano anche a vicenda sulle regole da rispettare». I problemi, per la sindacalista, sono piuttosto altri, più generali e complessi, legati alla qualità del turismo: «Dal 2008, con la crisi, anche il nostro lavoro è cambiato. Prima come banchetti potevano permetterci di vendere anche oggetti di un certo valore. Oggi al massimo vendiamo due portachiavi da 2 euro l'uno, scontati a 5. Tutto è low coast e i turisti di massa non hanno da spendere. Magari arrivasse il biglietto d'ingresso! Non ci interessa che venga tanta gente, ma che ne venga di buona».
MURAGLIA DI BANCHETTIIl caso della Riva, in ogni caso, è davvero limite. Basta farsi un giro e un po' di conti. Solo nel tratto che va dal Ponte della Paglia a quello della Pietà, ieri, spiegavano la loro mercanzia ben 42 ambulanti: 30 banchetti, 4 chioschi, 8 pittori. Una muraglia, per lo più di souvenir di bassa lega, che blocca la vista del Bacino.
Una «schifezza» per Pellegrini che ribatte alle critiche del sindacato alzando la posta del gioco. E se il caso di San Leonardo è «un evento naturale - argomenta -, legato alla trasformazione del commercio, che ha visto l'apertura di tanti supermercati anche in quella zona», quello della Riva è un «problema vero. L'affollamento è indubbio. È assolutamente invasivo, anche perché alcuni banchi aprono alle 7 del mattino e chiudono alle 11 di sera». Un problema di distribuzione commerciale che per il presidente della commissione commercio va risolto alla radice.
SOLUZIONE RADICALEEd ecco la soluzione, che aveva già proposto in passato, di alzare vertiginosamente la Cosap agli ambulanti per farli trasferire nei negozi. «La verità è che a Venezia, per i soldi, vendiamo anche la mamma - accusa Pellegrini -. La proprietà dei banchetti, anche quando sono gestiti dai bengalesi, resta agli italiani che incassano queste nuove rendite. Si parla di cifre dai mille fino ai cinquemila euro al mese. Una sistema che deve finire. Le concessioni devono scadere. Intanto bisogna aumentare i canoni degli ambulanti. E se non restituiranno subito la licenza, almeno la città incasserà qualcosa in più».
Roberta Brunetti

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