«Bambino di 6 anni tolto alla mamma»: i volontari lasciano il carcere di Venezia

Lunedì 25 Novembre 2019 di Angela Pederiva
«Bambino di 6 anni tolto alla mamma»: i volontari lasciano il carcere di Venezia
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VENEZIA - Come il romanzo di Luis Sepúlveda, per vent'anni ha raccontato una storia di amore e di coraggio, dimostrando che si può imparare (e insegnare) a volare al di là dei legami di sangue. Ma oggi La gabbianella lascerà il carcere femminile della Giudecca a Venezia, che insieme a Milano è una delle due città in Italia a ospitare un Istituto a custodia attenuata per madri (Icam) ed è oltretutto l'unico dove i figli delle detenute restano non fino ai 3 bensì ai 6 anni di vita. L'associazione, impegnata dal 1999 nel settore delle adozioni e dell'affidamento, da tre lustri a questa parte si è occupata anche di quei piccolini, accompagnandoli alla scuola materna e alle visite specialistiche, portandoli a pranzo alla domenica e in spiaggia d'estate: «Ma adesso non ce la sentiamo più di continuare», dice a malincuore la presidente Carla Forcolin.
 
GLI ACCORDIAll'origine dello scoramento viene indicata una mancanza di programmazione, culminata a fine ottobre in un episodio doloroso per i volontari. «Da ben sette anni spiega la signora Forcolin abbiamo firmato degli accordi importanti, di carattere interistituzionale, che hanno avuto alterne vicende, ma non sono stati mai applicati e questo ha logorato il rapporto, che una volta era davvero buono, con gli operatori. Il protocollo d'intesa prevedeva molte cose belle, tra cui la costituzione di un gruppo di lavoro formato da cinque soggetti, con noi tra questi, che facessero dei progetti sui bambini, assieme alle loro madri. Ma tutto ciò non si è fatto mai in termini concreti, e lo dimostra, purtroppo, il fatto che, quando uno di questi bimbi ha compiuto i fatidici 6 anni, età in cui si deve lasciare il carcere, è stato posto in affidamento presso una famiglia sconosciuta a lui e alla madre, senza alcuna preparazione. Il bambino è stato portato presso la nuova casa senza nemmeno dare alla madre il tempo di fargli la valigia. Noi non abbiamo potuto accompagnarlo, anche se avremmo potuto mitigare il passaggio da una situazione all'altra». Perché si è arrivati a tanto? «Per una serie di circostanze complicate risponde la presidente ma anche perché non si è voluto ragionare a sufficienza con la famiglia del bambino circa tutti gli scenari possibili al compimento dei suoi 6 anni. Io volevo tanto ragionare con sua madre, assieme agli assistenti sociali ed educatori, ma non si è voluto e non mi sono mai state date vere spiegazioni in merito a questo divieto». Ecco dunque il problema: il mancato dialogo con le istituzioni. «Dopo 15 anni siamo diventati degli intrusi confida Forcolin e più abbiamo chiesto l'applicazione degli accordi, più siamo diventati dei rompiscatole invece che dei collaboratori com'era un tempo».
LA PETIZIONEIn questi due decenni, La gabbianella si è occupata di circa 130 bimbi, di cui 5 in affido dal carcere. «Tutto è cominciato dal mio stesso affidamento di due gemellini che uscivano ricorda la presidente e che ora sono diventati maggiorenni». Ma che sarà ora dei figlioletti delle detenute? «Dovrebbe occuparsene il Comune. Purtroppo temo che nessuno riuscirà a dare cose come la spiaggia per tre giorni interi a settimana ai bambini, senza chiedere un soldo di finanziamento». Ma l'impegno dell'associazione non finirà qui. «Abbiamo un mucchio di progetti annuncia Forcolin e il primo tra questi è sensibilizzare il Parlamento affinché sia rivista la legge che ha di fatto imprigionato i bambini in modo indiretto fino a 6 anni, invece che fino a 3, togliendo loro tutta la prima infanzia». Sarà così lanciata su Change.org una petizione per chiedere una riforma della norma del 2011 che ha disciplinato gli Icam ma ha anche allungato da 3 a 6 anni l'età di reclusione dei piccini.
Angela Pederiva
Ultimo aggiornamento: 16:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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