VENEZIA - Bagni chimici anche sul ferry boat Lido di Venezia, l'unico che finora aveva sempre avuto dei bagni normali, puliti e accessibili.
Bagni chimici sul ferry boat Lido di Venezia
Dunque non ci sono più ferry boat dotati di servizi igienici normali: se uno deve fare la traversata, che dura 35 minuti, e magari è stato in coda come minimo per un'altra mezz'oretta, per un bisognino urgente si dovrà accontentare di un gabbiotto di lamiera rovente da cantiere edile, come accade in tutti gli altri ferry boat ormai dall'anno scorso. Da aprile 2021, infatti, la Capitaneria di Porto di Venezia ha intimato ad Actv di attenersi alla Marpol, una convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento, e ha vietato categoricamente lo scarico in laguna di liquami e acque reflue, come era prassi. Con la prescrizione, per le grandi unità, dotarsi di casse di raccolta (da svuotare periodicamente) entro la successiva visita di classe della nave, che viene effettuata ogni 5 anni.
Sul tema era intervenuto nei giorni scorsi il Movimento 5 Stelle (Erika Baldin, Sara Visman, Daniele Stecco) che aveva chiesto tempi certi per la riapertura dei bagni anche nelle motonavi, ricordando il caso di una bambina che «si è sentita male durante il tragitto, e non ha potuto far altro che vomitare direttamente in acqua, sporgendosi dallo scafo. Una fonte di disagio in particolare per le persone anziane ammonisce Erika Baldin, consigliera regionale - e per coloro che soffrono situazioni di emergenza. Ad esempio lungo la linea 13, che serve le isole della laguna nord, dove il battello impiega circa un'ora per raggiungere terra». Il piano degli interventi approvato da Actv per ammodermare la flotta ammonta a 240 milioni per l'intera mobilità di laguna e terraferma, e prevede l'acquisto di 3 ferry, 29 vaporetti, 8 motoscafi e 17 battelli foranei entro il 2026. «Ancora quattro anni così?» si chiedono i consiglieri.
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