"Appuntamenti" per pestaggi e rapine. I raid dei bulli: «Stasera si picchia»

Martedì 16 Aprile 2019 di Nicola Munaro
L ultimo episodio a San Giacometo nei momenti dopo la violenta aggressione
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VENEZIA - Si trovano per picchiare. Lo decidono nella tarda mattinata o nel pomeriggio, poi si danno appuntamento verso sera e si muovono. E colpiscono con violenza, senza motivo.  È il particolare più inquietante che emerge dalle indagini portate avanti dalla procura dei Minori e dalla procura ordinaria di Venezia sulla baby gang che da fine novembre ha gettato un’ombra di terrore tra le calli e i campielli della città storica. Ma che nelle ultime settimane ha alzato il tiro mettendo a segno una rapina ad un minimarket di via Fapanni, a Mestre, e spezzando la schiena ad un ragazzo in campo San Giacometo, ai piedi di Rialto.
LA PREMEDITAZIONE Quello delle spedizioni punitive organizzate è un dettaglio emerso quasi per caso. All’inizio sembrava che i colpi, così come le vittime, fossero frutto del momento. L’incrocio delle testimonianze raccolte dalle vittime, così come la ricostruzione di episodi sempre più uguali nel loro svolgimento, hanno fatto il resto, portando gli inquirenti a parlare di premeditazione, perché - e adesso arriva anche la certezza delle indagini - le aggressioni dei mesi scorsi tutt’altro erano che casuali. Frutto del caso, quello sì, erano le vittime. Ma non il giorno in cui il gruppetto di bulli colpiva. Tutto era deciso a tavolino quindi, nelle ore precedenti agli agguati. 
A tirare le fila sono i piccoli boss della baby gang che stabiliscono come “quella” sarebbe dovuta essere “la” sera giusta per colpire di nuovo. Nelle riunioni in cui il gruppo si è consolidato, la banda sceglie anche se colpire a Mestre o a Venezia per poi marciare verso le ignare vittime, scelte senza un motivo.
«HAI UNA SIGARETTA?» Identico, invece, il copione delle aggressioni. Il gruppo si avvicina alla vittima (individuata sul momento) e chiede una sigaretta. Senza nemmeno aspettare la risposta, arriva il primo pugno dato per atterrare il rivale. Poi, una volta indifeso, su di lui si scatena la violenza di gruppo. In alcuni casi i pestaggi avvenivano anche con un tirapugni, per rendere il colpo più incisivo e spezzare sul nascere qualsiasi tipo di reazione possibile. Già limitata dal fatto che il branco agisce sempre assieme, indirizzando la propria insensata violenza verso una sola persona o una coppia. Perché un aspetto sempre tenuto in considerazione dalla baby gang, è quello di garantirsi il vantaggio numerico sul campo.
DINAMICHE DA CLAN Dalle indagini viene a galla pure una dinamica interna alla stessa baby gang, di cui dieci costituiscono il perno attorno a cui ruotano una quindicina di altri ragazzi, tutti tra i 13 e 19 anni. All’interno della baby gang quindi è in corso anche una gara per affermare il ruolo di leader interno: per questo infatti in più di un’occasione ci sono stati scontri tra i vario componenti e le fazioni del gruppo.
Questo sarà anche uno dei temi che il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, vorrà affrontare nell’incontro che sarà programmato nei prossimi giorni con i genitori dei ragazzi. Un faccia a faccia necessario per capire cosa stia succedendo e quanto le stesse famiglie possano fare per tentare di arginare la violenza dei propri figli. In attesa che anche le forze dell’ordine concludano le indagini. Ora che il cerchio si sta chiudendo sempre di più attorno a chi ha deciso di seminare il panico in città.
Ultimo aggiornamento: 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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