Baby gang tradita dalle telecamere. La polizia va a prenderli a scuola

Domenica 20 Gennaio 2019 di Nicola Munaro
Salizada San Polo, percorsa dalla baby gang durante le scorribande notturne
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VENEZIA - Sono quattro ragazzi di 15 e 16 anni, residenti tra la città e Murano. Due di loro frequentano l’ultimo anno delle scuole medie al convitto Foscarini, uno degli istituti più esclusivi di Venezia; gli altri due sono iscritti al primo anno del Barbarigo, il professionale alberghiero più conosciuto tra le calli. E sono loro quattro, raggiunti nei giorni scorsi nelle scuole, lo zoccolo duro della baby gang che nelle ultime settimane ha imperversato in centro storico mettendo, uno in fila all’altro, quattro pestaggi in quattro giorni. 
 
DECISIVE LE RIPRESE
Li hanno identificati grazie alle telecamere che presidiano il centro storico di Venezia. Perché la loro vita, sia criminale che non, si svolge tutta lì. Tra San Polo, Cannaregio e Castello. Così la polizia è arrivata a stringere il cerchio sul gruppo di adolescenti violenti, composto da ragazzi residenti a Venezia e altri che nelle calli ci arrivavano nel tardo pomeriggio, dalla terraferma o dalle isole. Secondo fonti investigative infatti, se il gruppo leader del manipolo di ragazzi violenti era sempre lo stesso - composto proprio dai quattro - il resto della baby gang ruotava. O almeno questo è quello che emerge dalle testimonianze delle vittime delle aggressioni. Nelle denunce, infatti, tornava sempre un ragazzo con un giubbotto mimetico bianco, lo stesso comparso più volte nell’obiettivo dell’occhio bionico, in orario scolastico.
40 GIORNI DI PROGNOSI
È stato quello il passo in avanti decisivo nell’inchiesta condotta dagli uomini della questura e coordinati dalla procura dei Minori di Venezia, sulla baby gang responsabile delle aggressioni tra la sera di giovedì 10 gennaio (ad un ragazzo che passeggiava con la fidanzata in strada nuova) e la serata di sabato 12 gennaio. Due gli episodi più violenti. Quello che ha fatto scattare l’allarme risale a pochi minuti prima della mezzanotte di venerdì 12 gennaio, quando in salizada de San Polo un aiuto cuoco bengalese era stato accerchiato e aggredito da sette minorenni che lo avevano gettato a terra e malmenato rompendogli un braccio e scheggiandogli otto denti, per un referto medico che parla di 40 giorni di prognosi. A interrompere il pestaggio ci aveva pensato un trentenne residente in campo San Polo che si era accorto di quanto stava succedendo e aveva detto ai ragazzi di smetterla, spingendoli a rintracciare la loro vittima per scusarsi. Rincorsa vana, che aveva però portato tre adolescenti del gruppo a pedinare il trentenne, seguito fino alla porta del palazzo dove abitava, sfondata con un calcio alcuni minuti dopo dagli stessi giovani, entrati nella tromba delle scale e denunciati per violazione di domicilio.
IL TIRAPUGNI
Ventiquattr’ore dopo, verso le 22 di sabato 12, una nuova notte brava con l’aggressione in una calle morta in sestiere San Polo ad un giovane veneziano che stava chiacchierando con due amici di fuori città. A loro tre il branco di sette ragazzini aveva chiesto del “fumo”: sentendosi rispondere picche, uno dei ragazzi aveva colpito in viso, con un tirapugni, l’unico veneziano. Alcuni di loro potrebbero far parte della quindicina di ragazzi che, sempre sabato, ma di pomeriggio, ai giardini della Marinaressa, avevano picchiato un sedicenne loro amico per rubargli 60 euro.
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Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 12:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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