Pestaggio a Rialto, sconto di pena per due della baby gang

Sabato 27 Febbraio 2021 di Gianluca Amadori
Un'immagine del pestaggio avvenuto a Rialto in centro storico a Venezia
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VENEZIA - Sconto in appello per i due principali protagonisti del violento pestaggio avvenuto la sera del 6 aprile 2019 ai piedi del Ponte di Rialto, tra campo San Giacometo e l’Erbaria. Janah Othmane, 20 anni, di Zelarino ed Edoardo Bressan, 20 anni, di Mestre, difesi rispettivamente dagli avvocati Marco Borella e Massimiliano Cristofoli Prat, hanno rinunciato ai rispettivi motivi di impugnazione concordando con la Procura generale una riduzione di pena rispetto alla condanna inflitta lo scorso anno dal giudice del Tribunale di Venezia: la pena è dunque passata tre anni e quattro mesi a due anni di reclusione per Othmane (in continuazione con una precedente condanna per rapina ad un commerciante del Banghaldesh); da due anni e dieci mesi a due anni e quattro mesi di reclusione per Bressan. Entrambi sono tornati in libertà e potranno chiedere l’affidamento ai servizi sociali per scontare la pena residua.

Bressan ha già trovato un lavoro in quanto la misura gli era stata revocata qualche mese fa; Othmane sta cercando un’occupazione. 

La sentenza, emessa dalla seconda sezione della Corte d’appello penale, presieduta da Antonio Liguori, conferma di fatto anche la condanna dei due imputati al risarcimento dei danni provocati alle vittime del pestaggio, rappresentate dall’avvocato Gabriele Annì: per quantificarlo esattamente sarà però necessario avviare un’apposita causa civile. Il giudice di primo grado ha però fissato una provvisionale di 22 mila euro (9 mila euro ciascuno ai due feriti più gravi, 2 mila euro ciascuna alle ragazze che riportarono lesioni più lievi). L’inchiesta sull’episodio di violenza fu coordinata dal sostituto procuratore di Venezia Massimo Michelozzi, il quale lo scorso anno aveva sollecitato pene più severe per tutti, superiori ai 5 anni di carcere. Inizialmente era rimasto coinvolto anche un quarto ragazzo, il ventenne veneziano Sebastiano Bonzio (assistito dall’avvocato Renato Alberini) il quale è stato però assolto in primo grado per non aver commesso il fatto, in quanto il giudice ha ritenuto che dall’inchiesta non siano emersi elementi di prova in relazione alla sua partecipazione al pestaggio.

Le motivazioni dell’atto di violenza non sono mai state del tutto chiarite: secondo una versione a scatenarlo è stato un semplice sguardo non gradito; secondo un’altra la scintilla sarebbe stato un urto male interpretato; secondo una terza la responsabilità andrebbe addebitata ad una sigaretta rifiutata. Tutti futili motivi: fatto sta che quattro ragazzi mestrini, che stavano facendo rientro a casa dopo una serata trascorsa in compagnia in centro storico, furono malmenati da un branco di giovani.  Una delle vittime tornò dall’ospedale con 100 giorni di prognosi e una lesione alla schiena; una delle ragazze disse agli agenti della squadra Mobile che ha rischiato di perdere un occhio. Da quel pestaggio iniziò il giro di vite della Questura contro le baby gang. Fenomeno che, anche per colpa dell’abuso di alcool tra i più giovani, continua però a destare preoccupazione. 

Ultimo aggiornamento: 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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