Zaia e Bonaccini, nell'agenda dei governatori rispunta l'autonomia: «Draghi batta un colpo»

Venerdì 18 Febbraio 2022
Zaia e Bonaccini a palazzo Balbi

VENEZIA - Sepolta da due anni di emergenza Covid, superata dai cambi di Governo, messa all'angolo dall'urgenza del Pnrr, l'Autonomia differenziata delle Regioni viene riportata alla luce da Luca Zaia e Stefano Bonaccini. Due governatori politicamente diversi (pur se in maggioranza assieme, a Roma), che più volte durante l'emergenza sanitaria hanno dimostrato di parlare la stessa lingua. Non è un mistero che tra i due vi sia stima. Oggi a Venezia, nell'incontro a Palazzo Balbi per rilanciare l'autonomia, la dimostrazione plastica che si può essere della Lega e del Pd ma - distanti dai palazzi romani e dalle segreterie di partito - si può lavorare in ticket per portare a casa il risultato. Veneto ed Emilia Romagna, oltre alla Lombardia, sono unite dal dossier che chiede allo Stato di devolvere loro più materie, e i conseguenti tributi per gestirle, che resterebbero così sui territori. Dossier giunto nel febbraio 2018 alla firma delle pre-intese con l'allora premier Paolo Gentiloni, ma rimasto lettera morta, in attesa di una legge quadro (battezzata dall'ex ministro Francesco Boccia, ed oggi di competenza di Maria Stella Gelmini) che definisse una cornice comune, per evitare squilibri con le Regioni del Sud. «Crediamo sia la volta buona per ottenere l'autonomia, avviando un percorso su alcune materie specifiche» ha così detto Bonaccini.

Le condizioni al Governo

Su questa linea Zaia: «Siamo alle battute finali e attendiamo una risposta dal Governo. Il tema sarà assolutamente cruciale e premiale nelle prossime settimane. Siamo in attesa. Draghi batta un colpo». Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, hanno spiegato i due governatori, sono disponibili a proseguire il confronto con il Governo sulla legge quadro per l'Autonomia, e si impegnano a «condividere ed elaborare da subito» uno schema comune di intesa da sottoporre al Governo. Tre le condizioni che le Regioni pongono al Governo: il rispetto del carattere "bilaterale e pattizio" del procedimento di approvazione dell'Intesa Regione-Stato, prevista dall'art. 116, terzo comma, della Costituzione; la «corretta determinazione delle risorse finanziarie» necessarie all'esercizio delle ulteriori competenze, con il superamento della 'spesa storica'; la modificabilità dell'intesa, e la periodica valutazione degli oneri finanziari derivanti da essa.

Sul piano finanziario, chiedono anche l'espressa previsione, quali strumenti per il finanziamento di nuove o maggiori competenze, delle compartecipazioni o riserve di aliquota al gettito di tributi erariali maturati nel proprio territorio. «La ministra Gelmini - ha osservato Bonaccini - aveva fissato tempi che portano a pensare che nelle prossime settimane verremo chiamati perlomeno per discutere.

Credo sia una buona cosa che il Parlamento possa discutere una legge quadro, e fissare dei criteri che valgano per tutti».

L'endorsement di Mattarella

Zaia non si è fatto scappare l'occasione per citare il più autorevole endorsement in materia, quello del Capo dello Stato. «Lo stesso presidente Sergio Mattarella nel discorso del suo insediamento - ha evidenziato - ha parlato dell'autonomia e ha ricordato il ruolo delle Regioni durante il Covid; e questo ruolo è espletato nella piena autonomia. Penso che questa attenzione da parte del Quirinale non sia irrilevante nel percorso che dovrà essere accompagnato. Adesso spetta a Palazzo Chigi rispondere». Zaia non si è detto preoccupato dalle differenze sulla richiesta di materie del Veneto rispetto a Lombardia ed Emilia Romagna: «E' bene che ci siano - ha risposto - dato che la Costituzione parla di autonomia differenziata: vuol dire che ognuno può chiedere l'autonomia che gli spetta: c'è la facoltà di chiedere da una a 23 materie, come prevede la Costituzione». A Venezia Zaia e Bonaccini hanno fissato un'agenda comune su molti altri temi 'di confine': dalla mobilità all'ambiente, dalla tutela del Delta del Po, alle autostrade, fino alle concessioni balneari. «Abbiamo capito tutti che io sono della Lega e lui del Pd - ha chiosato Zaia - ma cerchiamo di fare il bene per i cittadini. Poi, ognuno ha le proprie idee politiche, ma abbiamo dimostrato che questa collaborazione diventa sempre più importante».

Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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