Auto green e biocarburanti, la sfida dell'Eni al Nord Europa: «I nostri valgono quanto l'e-fuel»

Sabato 1 Aprile 2023 di Elisio Trevisan
Auto green e biocarburanti, la sfida dell'Eni al Nord Europa: «I nostri valgono quanto l'e-fuel»

MESTRE  - Da 520 a 750 milioni di euro.

Di tanto Eni ha aumentato gli investimenti decisi su Porto Marghera per accompagnare la transizione da polo della chimica tradizionale a nuovo polo della chimica verde. L'obiettivo di base, attraverso le tre società controllate Versalis, Eni Rewind ed Eni Sustainable Mobility, è quello di concretizzare la transizione energetica e ridurre le emissioni di CO2, per arrivare entro il 2050 alla neutralità carbonica, vale a dire alle emissioni zero. Peccato che una delle scelte dalla multinazionale italiana dell'energia per avvicinarsi alla neutralità carbonica sia la produzione, nella bioraffineria di Porto Marghera, di carburante diesel completamente senza petrolio, al 100% fatto con oli usati di frittura, grassi animali, oli vegetali, residui della cosmetica, insomma materie prime rinnovabili.


NORD EUROPA
In Scandinavia, Svezia e Danimarca, dove già dall'anno scorso si utilizza Hvolution (questo il nome del nuovo diesel), si parla di riduzione delle emissioni di Co2 dal 60% fino al 95%, e mantenendo invariate le prestazioni. L'Europa, però, martedì scorso (con l'astensione di Italia, Romania e Bulgaria e il no della Polonia) ha varato la legge che bandisce la vendita, dal 2035, di auto che emettono CO2: i motori endotermici sono quindi salvi, a patto che il pieno venga fatto tramite e-fuel, cioè carburanti sintetici e/o Ccs (una tecnologia che permette la Cattura e Stoccaggio del Carbonio). E-fuel e Ccs li vuole la Germania, mentre l'Italia puntava sui biocarburanti ma è stata sconfitta. «Il ciclo, rispetto all'anidride carbonica, è lo stesso con gli e-fuel e con i biocarburanti» spiega l'ingegner Michele Viglianisi, responsabile della Bioraffinazione dell'Eni, e quindi si tratta di far capire all'Europa che la legge appena approvata dovrà essere estesa anche ai diesel prodotti con materie prime rinnovabili. Un po' di tempo ce n'è: l'UE richiederà che tutte le nuove auto vendute dal 2035 in avanti abbiano emissioni di CO2 pari a zero, con la tappa intermedia del 55% in meno di emissioni - rispetto ai livelli del 2021 - a partire dal 2030. In questi quattordici anni si potrà intervenire ed Eni ci conta, anche perché «il percorso per raggiungere la neutralità carbonica non può avere una sola direzione ma dev'essere un'insieme di intraprese per non compromettere interi cicli produttivi senza alternative».ù


IL PIANO A VENEZIA
Quanto al resto del piano di Eni per Porto Marghera, alla fine della sua realizzazione prevede 366 persone in organico e la creazione di un centro di competenze per le manutenzioni mettendo assieme le migliori professionalità. Entrando nei particolari Versalis, dopo la chiusura definitiva degli impianti di Cracking e degli Aromatici che producevano etilene e propilene dal petrolio grezzo, sta avviando proprio in questi giorni le attività preliminari di cantiere per il primo impianto per il riciclo meccanico avanzato delle plastiche post-consumo, che produrrà polistirene espanso (rEPS) e compatto (rGPPS) con un contenuto riciclato fino al 100% a partire da rifiuti selezionati dai settori industria e commercio; il piano prevede anche la futura realizzazione di un impianto per il riciclo di rifiuti plastici ottenuti dalla raccolta differenziata, con una capacità di trasformazione di circa 50 mila tonnellate/anno. I nuovi prodotti saranno destinati a settori quali packaging ed edilizia. Sempre Versalis conferma che costruirà il primo impianto in Italia (da 30 mila tonnellate anno) per la produzione di alcool isopropilico, che oggi viene totalmente importato dall'estero e che viene impiegato in numerosi settori di mercato quali farmaceutica, cosmetica, vernici, disinfettanti. Versalis a Porto Marghera sta potenziando l'hub logistico per rifornire di etilene e propilene i petrolchimici di Mantova e Ferrara, mentre Eni New Energy sta progettando due parchi fotovoltaici. Infine nella bioraffineria (che dal 1° gennaio è della nuova società Eni Sustainable Mobility, che riunisce la bioraffinazione, il biometano e la vendita di prodotti per la mobilità nelle sue oltre 5000 stazioni di servizio in Italia e all'estero) sono in corso le attività per la fermata generale degli impianti per manutenzione e per alcuni nuovi investimenti, in particolare per la nuova sezione BTU (Biomass Treatment Unit) che consentirà di ampliare la gamma di materie prime di scarto che da fine 2022 costituiscono la fonte di approvvigionamento principale (avendo abbandonato le importazioni di olio di palma). A questo si aggiungerà, una volta ottenute le autorizzazioni, un nuovo impianto steam reforming per la produzione di idrogeno, che consentirà di incrementare la produzione di biocarburanti. Il progetto prevede anche la costruzione di una unità per la produzione di bio-jet, carburante per l'aviazione da materie prime al 100% rinnovabili, di cui è previsto l'avvio a partire dal 2024.
 

Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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