L'autista-eroe: «Quel pazzo col coltello nel bus invocava Allah, così l'ho fermato»

Giovedì 19 Gennaio 2023 di Davide Tamiello
Giuseppe Mazzone

MESTRE - Era fermo immobile con quel pugnale tra le mani. Guardava fuori dal finestrino ripetendo delle frasi incomprensibili, sembravano rivolte verso il nulla, verso i passanti, era impossibile capirlo con esattezza. Ho capito solo una parola, ripetuta per tre volte: “Allah, Allah, Allah”». Giuseppe Mazzone, 35 anni, è l’autista di Actv che, l’altra sera, ha permesso alla polizia di bloccare un uomo in stato confusionale, armato di coltello, che era salito a bordo del suo autobus della linea 31h. «Eravamo in stazione - racconta - ho visto un po’ alla volta i passeggeri scendere.

Poi ho capito perché: quell’uomo, uno straniero di mezza età, se ne stava lì con quel coltello in bella vista, farneticando quelle frasi senza senso».

Quando è ripartito, Mazzone ha prima chiamato la centrale operativa, senza però riuscire a farsi capire: «Non volevo dare nell’occhio, non volevo agitarlo. Continuava a fissarmi, temevo che potesse fare del male a qualcuno». Quindi è ripartito, proseguendo la sua corsa, verso via Torino. A quel punto ha chiamato il 112, usando una frase in codice: «Zia sono qui, l’autobus ha dei problemi». Una banale comunicazione con una parola concordata per mettere in allarme la polizia. Le volanti, hanno raccolto la chiamata. «Ho detto loro che mi stavo fermando davanti alla redazione del “Gazzettino”. Mi hanno consigliato di fermare il bus e di continuare con la sceneggiata del guasto». Quando arriva al punto concordato, Mazzone ha fermato il bus. «Accidenti, ci ha lasciato a terra», ha fatto vedere agli altri due passeggeri a bordo. «Ho detto loro che era meglio scendere - l’ho fatto perché quell’uomo continuava a fissarmi, volevo uscire da quella gabbia e volevo mettere al sicuro gli altri due. Anche perché a quell’ora, le 19, solitamente questa zona è piena di gente: ci sono gli studenti dell’università, i pendolari della Regione. Quando siamo scesi ho contato i secondi, non vedevo l’ora che arrivasse la polizia». Detto fatto: in pochi minuti le volanti sono arrivate lì in 3. Sei uomini in divisa hanno chiesto al personaggio di mostrare il coltello e inginocchiarsi, ma l’uomo ha continuato a guardarli in piedi. A quel punto, l’hanno bloccato e immobilizzato utilizzando il taser (aveva opposto resistenza non appena i poliziotti si erano avvicinati). «Il coltello ce l’aveva in tasca, poi l’hanno portato via. Ho fatto quello che dovevo, niente di più», commenta il giovane autista. Lo straniero è stato denunciato per porto di armi soggette ad offendere e interruzione di pubblico servizio.


LE REAZIONI
Il suo gesto ha raccolto gli applausi a scena aperta di politici e dirigenti della società di trasporto pubblico veneziano. A cominciare dal presidente della Regione, Luca Zaia: «Ha dimostrato grande professionalità, freddezza, non comune capacità di gestire una situazione di oggettivo pericolo. Quella che ha dato oggi l’autista di un mezzo pubblico a Mestre è una vera dimostrazione di senso civico, responsabilità e abilità. A lui dico grazie e mi complimento». «Complimenti davvero per non essersi voltato dall’altra parte - ha aggiunto il sindaco Luigi Brugnaro - Anche oggi Venezia ha dato prova di poter contare su persone di coraggio e di responsabilità che non si rassegnano a chinare il capo davanti a situazioni di pericolo e di degrado sociale». Non poteva mancare il commento del direttore generale di Avm-Actv Giovanni Seno: «Mi unisco ai ringraziamenti e ai complimenti al nostro autista. Sono queste le persone (e ce ne sono tante) di cui l’azienda è orgogliosa e deve essere orgogliosa».

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci