I primi austriaci all'alba da Salisburgo a Cavallino: «Da 35 anni in vacanza qui»

Giovedì 4 Giugno 2020 di Giuseppe Babbo
I primi austriaci all'alba da Salisburgo a Cavallino: «Da 35 anni in vacanza qui»
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CAVALLINO-TREPORTI (VENEZIA) Felici e sorridenti, nonostante la notte trascorsa in viaggio. Da 35 anni in vacanza a Cavallino-Treporti. Anche nell'estate del post Covid-19. Loro sono Willy Seijben e Regina Puggeleshem, rispettivamente marito e moglie provenienti dall'Austria, per la precisione dal Land di Salisburgo. Ieri mattina, alle ore 8, sono stati i primi ospiti stranieri della stagione 2020 a varcare la soglia del campeggio Union Lido, dove, sempre nella giornata di ieri, sono arrivati anche altri 54 tedeschi, 4 olandesi e 2 danesi. Con molta probabilità la coppia è stata tra i primi turisti austriaci a raggiungere l'Italia nel giorno dell'avvio della fase 3, nonostante l'annuncio dell'Austria di voler mantenere chiuso il confine.

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Come è andato il viaggio?
«Bene, non abbiamo avuto nessun tipo di controllo e non abbiamo incontrato nessuna pattuglia della polizia, nemmeno di frontiera. Non c'erano molte auto, solo camion. Ci sarebbe piaciuto arrivare prima, ma abbiamo aspettato il 3 giugno, con la possibilità di muoversi tra le regioni. Abbiamo viaggiato di notte e superato il confine di Tarvisio alle 5».

Eppure il governo austriaco dice non voler aprire i confini verso l'Italia...
«Su questo punto c'è molta confusione: il nostro governo sconsiglia di viaggiare in Italia, il divieto è un'altra cosa. Riteniamo che ci debba essere la libertà di decisione e noi abbiamo deciso di tornare a Cavallino-Treporti. Abbiamo fatto tutte le opportune valutazioni e le verifiche del caso. Non abbiamo violato la legge, se dovessimo rientrare a casa prima del 15 giugno dovremmo fare il test per il Covid o trascorrere 14 giorni di quarantena. In entrambi i casi non sarebbe un problema, ma faremo la quarantena in Italia: abbiamo prenotato la piazzola per tutta l'estate».

Come vi spiegate questo atteggiamento da parte del vostro governo, ma anche i tentativi di aprire corridoi verso la Croazia o la scelta della Grecia di mettere in quarantena i veneti?
«In tutto questo c'è un po' politica. In Austria, per esempio, si cerca di sostenere il turismo interno, di recuperare qualche risorsa in più».

Dopo tante stagioni trascorse a Cavallino-Treporti, quest'anno avete temuto di non poter tornare?
«No, abbiamo mantenuto un atteggiamento positivo e siamo rimasti sempre in contatto con lo staff del camping. Non abbiamo timori, in Italia c'è un modello turistico unico e ci sentiamo sicuri anche a livello sanitario. Non ha senso fare paragoni con altri paesi: qui l'attenzione per i dettagli è ovunque. Siamo convinti che ci siano gli stessi rischi di contagio dell'Austria, basta fare attenzione».

Rispetto all'Austria avete notato delle differenze nei comportamenti anti contagio?
«Le linee guida sono esattamente le stesse: obbligo di mascherina, gel per le mani e distanziamento fisico tra le persone».

Che sensazione avete provato quando siete arrivati a Cavallino-Treporti?
«È stato molto emozionante, anche perché siamo stati i primi».

Ultimo aggiornamento: 16:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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