Oreste, l'architetto austriaco morto in un incidente a Pellestrina

Venerdì 24 Settembre 2021 di Lorenzo Mayer
LA VITTIMA Oreste, architetto austriaco affamato di cultura

PELLESTRINA - Dopo aver girato mezzo mondo, aveva scelto Pellestrina come “luogo del cuore” dove vivere. Dal silenzio, dalla natura incontaminata di Ca’ Roman traeva l’ispirazione per la sua arte e i suoi scritti. Era una persona felice, attiva e vivace culturalmente, che viveva in maniera semplice: non faceva mai pesare all’interlocutore la sua grande cultura. Per tutti a Pellestrina era semplicemente Oreste, ma in pochi sapevano che, Horst Waitmayr, morto mercoledì mattina a 87 anni, per una caduta da una piccola scala ai Murazzi, era un architetto dell’Accademia di Vienna molto noto che giovanissimo, dopo la laurea, aveva proseguito gli studi negli Stati Uniti, all’università Harvard e a San Francisco. Un respiro intercontinentale piuttosto raro per quegli anni (fine anni’50, primi anni ’60). Austriaco, classe 1934 Horst, rientrato a Vienna, dopo l’esperienza americana, grazie al conseguimento di alcune prestigiose borse di studio, aveva scelto di proseguire ancora in Giappone e in India. Perché lui, persona saggia e discreta, molto riservato, ma sempre buono e gentile con chi incrociava anche solo per un saluto era un uomo “affamato di cultura”. Per la prima volta aveva messo piede a Pellestrina, pochi giorni dopo la drammatica “Aqua granda” del 1966, e pur essendo in un’isola ancora ferita e “sanguinante” fu un colpo di fulmine. A fargliela conoscere fu l’architetto viennese, artista scultore ed ecologista Friedensreich Hundertwasser, che qui aveva portato la sua barca al cantiere “Menetto” per farla restaurare. Da quel viaggio la scintilla che convinse Waitmayr a fermarsi e a mettere radici in laguna. Dal 1969 si è stabilito a Venezia, entrando nel “giro” degli artisti celebri e noti tra i quali il pittore veneziano Franco Renzulli, suo grande amico. Anche l’architetto austriaco aveva “eletto”, per un lungo periodo, come suo quartier generale la “Casa dei Tre Oci” alla Giudecca. Quando però si è creata l’occasione di prendere casa a Pellestrina Oreste non se l’è fatto dire due volte, acquistando un’abitazione al sestiere “Vianelli” che, nella quotidianità, aveva fatto diventare un piccolo museo e polo culturale, dove si trovava tutta la sua arte e le cose a lui care: libri, quadri e sculture. Anche da qui ogni tanto partiva, ma poi sempre ritornava alla fine dei suoi avventurosi viaggi. Perchè l’altra sua passione erano i viaggi, proprio perchè voleva conoscere, vedere, imparare. Dal 2009 poi la decisione di vendere la casa in sestiere Vianelli, a un caro amico dell’isola che l’ha acquistata proprio con l’intento di ristrutturarla e di dedicarla anche al ricordo di un personaggio così eclettico. Per Oreste il sestiere era diventato perfino troppo rumoroso e frequentato. Ecco perchè da 13 anni, si era trasferito in una piccola “dependance” del Villaggio Marino a Ca’ Roman che l’amico Natale Brusamolin gli aveva messo a disposizione in cambio del servizio di guardiania. Una dimora semplice, ma che lo rendeva felice. Amava fare il bagno, spesso anche d’inverno. Si dedicava molto alla scrittura: in casa teneva un bellissimo diario, scritto di suo pugno in tedesco, ma purtroppo ancora mai dato alle stampe, che ora un gruppo di suoi amici isolani, vorrebbe pubblicare in italiano. Horst Waitmayr viveva così tra Ca’ Roman e Padova, altra città che gli stava particolarmente a cuore e che di tanto in tanto visitava. Le esequie domani alle 11 al cimitero di Pellestrina.
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Ultimo aggiornamento: 07:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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