Majer scommette su San Rocco: aperto il nuovo ristorante "Refettorio" Foto

Sabato 12 Febbraio 2022 di Costanza Francesconi
Il Refettorio

VENEZIA - Se non abbassa le serrande, il mondo della ristorazione a Venezia preme sull'acceleratore. Ed è il caso di dirlo per l'apertura firmata Majer che inaugura oggi Il Refettorio, in campiello San Rocco. Il nuovo ristorante del marchio veneziano è il secondo dopo quello già avviato alla Giudecca, nonché il decimo locale in Laguna con un nome associato in città alla pasticceria artigianale e al caffè torrefatto, ai cicchetti e ai vini naturali. E se l'avventura di Fabrizio De Nardis, il signor Majer, è iniziata nel 2006 con l'acquisto dello storico panificio Majer vicino piazzale Roma, e da lì sono seguiti numerosi punti vendita, certo non si potevano prevedere ben dieci anni di lavori per dar vita al neonato di San Polo. Anni in cui di motivi per desistere ce ne sarebbero stati, uno su tutti lo scoppio di una pandemia, le difficoltà economiche e l'annoso tema dello spopolamento cittadino.

LA SCOMMESSA
Eppure ha vinto la fiducia in Venezia. La scommessa sui residenti a cui offrire un servizio di qualità, alzando anzi l'asticella nel proporre uno spazio messo a nuovo dove la materia prima lavorata in cucina, tanto quanto l'ambiente accogliente, esaltano senza compromessi l'artigianalità nostrana e italiana.
Il locale si trova a metà via tra campo Santa Margherita, cuore della città universitaria, e la Basilica dei Frari, in un tragitto trafficato non soltanto dai residenti di quartiere ma dagli studenti e docenti che animano la zona. È altrettanto di strada per tutti i lavoratori pendolari che transitano verso la stazione dei treni e piazzale Roma ma soprattutto, per gli abitanti del sestiere, è una luce che si accende e contrasta quante ultimamente se ne siano spente nelle calli veneziane. «Originariamente qui c'era un mobilificio brianzolo di cui restaureremo l'insegna a ricordo racconta Fabrizio De Nardis - Il Refettorio vuole essere un luogo in cui riunirsi per condividere un pasto genuino in una atmosfera conviviale, mangiando dei prodotti di primissima qualità ma specialmente in cui sentirsi a proprio agio».
Questa sensazione traspare in entrambe le sale che ospiteranno poco più di una trentina di ospiti a sedere, a pranzo e a cena, e dove lavoreranno almeno una quindicina di persone.

Come ricordato dal responsabile commerciale Federico Zinelli, «alla mattina è possibile bere il caffè e alla sera un bicchiere di vino o un aperitivo», ripopolando oltretutto un tratto di calle.
Il menù è vario e fa della semplicità la sua ricchezza. La proposta è di piatti della tradizione nazionale che vanno dai primi di pasta fresca fatta in casa ai secondi con tagli di carne di prima scelta. Altro fattore di inclusione con il tessuto urbano sono prezzi adeguati, anche per una pausa pranzo in velocità.

L'altro menù è invece un agile libricino dove è raccontata la storia di ciascun fornitore, enologico, gastronomico o legato alla ristrutturazione del fondo, in cui non mancano dettagli architettonici realizzati dallo studio di Giuseppe Tortato come omaggio al grande Carlo Scarpa.

Ultimo aggiornamento: 18:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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