​Dolore, rabbia e veleni nell'ospizio degli orrori. «Ingiusto infangare tutti»

Oggi a San Donà i funerali dell'anziana morta dopo le fratture. Lo choc della città

Venerdì 24 Marzo 2023 di Angela Pederiva
Dolore, rabbia e veleni nell'ospizio degli orrori

SAN DONÀ DI PIAVE (VENEZIA) - Quasi cent'anni fa il "Monumento ai caduti in guerra" era stato pensato come l'omaggio alle vittime dei bombardamenti.

Non un cippo commemorativo, ma una casa di cura, orgoglio e vanto di una città successivamente decorata anche con la Medaglia d'argento al valor militare. Altro secolo, diverso dramma, nuove vittime: da dieci giorni la linea del Piave, qui a San Donà, corre lungo il perimetro di questo edificio dai tanti colori e dagli altrettanti orrori. Il reparto Viola per le persone allettate, dove però alcune sono state umiliate, minacciate, picchiate e violentate, sotto gli occhi delle compagne di stanza e delle telecamere di indagine; l'ala Azzurra con l'alimentazione artificiale e la respirazione meccanica, ma pure con il sospetto che tra i sondini e i ventilatori si siano annidati ulteriori abusi e vessazioni.


Fa male leggere gli stralci dell'ordinanza con cui il gip Alberto Scaramuzza, accogliendo parzialmente le richieste del pm Andrea Petroni, ha mandato in carcere una coppia di operatori sociosanitari (Maria Grazia Badalamenti e Fabio Danieli) e agli arresti domiciliari due loro colleghe (Anna Pollazzon e Margie Rosiglioni), lasciando che altre quattro restino indagate a piede libero, dopo che da novembre è in cella Davide Barresi, colui che di questa storia nera è considerato il primo orco e che ora chiede di «essere curato»: la descrizione dei fatti, cruda come dev'essere un'accusa da portare in giudizio, è a dir poco raccapricciante. Ma fa male anche ascoltare le testimonianze dei familiari che dicono di non essere stati creduti, o che ammettono di non aver potuto crederci, come quella figlia che adesso non si dà pace: «Finalmente capisco perché mia mamma piangeva».


LA STRUTTURA
Seduto su una panchina davanti alla casa di riposo, Domenico Contarin sintetizza il discorso che sarà chiamato a pronunciare in Consiglio comunale, nella seduta a porte chiuse che verrà convocata entro il 30 marzo. Se la maggioranza di centrosinistra ha chiesto l'audizione della Regione e dell'Ulss 4, infatti, l'opposizione di centrodestra ha preteso l'intervento dell'Ipab e dell'Isvo. Contarin è appunto il presidente dell'Impresa sociosanitaria Veneto orientale, controllata al 48% dall'Istituto pubblico di assistenza e beneficenza e per il restante 52% dalla cooperativa Socioculturale. Una sinergia tra pubblico e privato costituita nel 2018, ma che dal 14 marzo scorso calamita rabbia e dolore. «Qua si continua a parlare di "presunte" violenze, invece sono assolutamente certe, ci sono i referti e i video», si sfoga il parente di un'anziana che, secondo l'inchiesta coordinata dalla Procura e le indagini condotte dai carabinieri, veniva malmenata di giorno e stuprata di notte. «Tutto questo fa male pure a me assicura il numero uno dell'Isvo anche se forse i familiari non mi credono. Il fatto è che bisogna ricondurre questo fiume in piena dentro gli argini dell'oggettività. Le responsabilità penali sono personali, difatti abbiamo avviato i procedimenti disciplinari nei confronti degli indagati, che secondo me dovranno culminare nei licenziamenti. Ma non è giusto che per le colpe di alcuni operatori siano diffamati tutti i cento dipendenti e l'intera struttura, che per prima ha denunciato e collaborato con gli inquirenti. È facile parlare di videosorveglianza, ma poi ci sono le organizzazioni sindacali pronte a ricordarci che va tutelata la privacy dei lavoratori. E magari sono quegli stessi sindacati che, quando la coppia di oss accumulava mesi di assenze, si schieravano subito in difesa. Ecco perché anche la politica, invece di infangare il centro, dovrebbe tutelarlo. Ma si sa, c'è la campagna elettorale».


IL MUNICIPIO
La principale sfida del 14 e 15 maggio sarà tra Franesca Zottis, consigliera regionale del Partito Democratico, e Alberto Teso, avvocato sostenuto da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Coraggio Italia. Nell'attesa, i due Cereser del municipio si fronteggiano a distanza. Simone, capogruppo della lista che supportava l'ex sindaca ora meloniana Francesca Zaccariotto, da giorni rilancia verso piazza Indipendenza l'indignazione che ribolle su Facebook: «Molte risposte devono essere date quanto prima. Il Consiglio comunale non è un'aula di tribunale, ma oltre alle responsabilità penali e giudiziarie c'è anche una questione morale e politica che deve essere approfondita. Se nel frattempo magari qualcuno si scusasse, sarebbe quanto meno "umano"». Andrea, sindaco prossimo al termine del secondo mandato, respinge le accuse all'amministrazione: «Questa vicenda mi procura una grande sofferenza. Ma nessuno di quelli che adesso puntano il dito contro lo scandalo, in questi anni mi ha mai chiamato per interessarsi di come procedessero le attività dell'Ipab e l'ingresso nell'Isvo, necessario per fronteggiare la fragilità di una realtà che ancora attende la legge regionale di riforma. Non sto scaricando barili, è chiaro che la scelta del Cda sulla base di un bando è un conferimento di incarichi fiduciari, ma dev'essere chiaro che il ruolo del Comune rispetto alla casa di riposo è politico e morale. Mi chiedo tutti i giorni se avrei potuto fare di più. Da amministratore ho la coscienza a posto. Da primo cittadino di una comunità ferita, con il senno di poi penso che avrei voluto nascondermi negli armadi di quelle camere, per poter vedere subito quello che succedeva...».


IL PULSANTE
Chissà, forse bisognerebbe avere la leggerezza dell'oss Pollazzon, che il 28 novembre 2022 faceva uno di quei giochini sciocchi su Facebook, dimmi come ti chiami e ti dirò chi sei: "Anna è una brava persona con un pulsante nascosto per farla diventare una stronza". Ecco, quel tasto dev'essere stato premuto due giorni dopo, stando al filmato che mostra l'operatrice mentre insulta un'invalida colpita da decadimento cognitivo, incapace di mangiare e di muoversi da sola, disorientata e ipovedente: «Stai ferma stupida! Oca. Guarda che arriva uno schiaffone sul muso! Mongola». Quell'ospite sarà sepolta oggi pomeriggio. È spirata il 24 febbraio, venti giorni dopo che una radiografia aveva evidenziato la frattura di tre costole, compatibili secondo il medico Enrico Vallese «con un atto lesivo di terzi». Cioè botte.

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