Anna Maria Marovich, la fondatrice delle Riparatrici del cuore di Gesù

Lunedì 9 Maggio 2022 di Alberto Toso Fei
Anna Maria Marovich

VENEZIA -  Fu una persona sempre ispirata da un forte afflato cristiano, volto all'assistenza del prossimo; fu poetessa e prosatrice e nel 1864 fondò, quasi cinquantenne - con monsignor Daniele Canal, che era stato il suo assistente spirituale fin da bambina - la congregazione delle Riparatrici del Santissimo cuore di Gesù e una casa di accoglienza per le giovani in difficoltà, nell’istituto dei Servi di Cannaregio che era stato edificato su ciò che rimaneva dell'ex complesso monastico che aveva ospitato Paolo Sarpi.

Anna Maria Marovich, secondo la sua agiografia, avrebbe avuto un chiaro segnale del suo destino da bambina quando, assistendo alla messa nella chiesa dei Frari, ebbe l'impressione che l’Ostia consacrata fosse fatta di fuoco e che le persone che la ricevevano si sentissero bruciare dentro.

Malgrado questo, su suggerimento di monsignor Canal - che era un amico di famiglia ed era già celebre in città per le sue opere di assistenza ai bisognosi - attese molti anni prima di prendere i voti.

Nata a Venezia il 7 febbraio 1815 da Josip Marovich (Guardian Grande della Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone) e Marija Ivanovich, entrambi di origini montenegrine, Ana Marija Marovich (poi italianizzato in Anna Maria) fu dunque istruita culturalmente e spiritualmente da Canal e già nel giorno della sua prima comunione promise a se stessa di consacrarsi a Gesù. Monsignor Canal si limitò a suggerirle di non decidere in fretta, proseguendo nel frattempo i suoi insegnamenti, iniziando a farle leggere i classici e a darle nozioni di musica e pittura.

Un convincimento, quello di abbracciare la vita religiosa, che negli anni successivi spinse Marovich a rifiutare diverse richieste di matrimonio, scatenando l'ira dei genitori che - individuando proprio in Daniele Canal il responsabile di quella scelta - lo allontanarono da casa. Nel frattempo, tra il 1839 e il 1843, la donna iniziò a scrivere trattati in prosa, poesie e canzoni (raccolte, queste ultime, sotto il titolo de "I versi di Filotea") di sapore religioso e ascetico molto apprezzate anche dal Patriarca di Venezia, il cardinale Jacopo Monico, anch’egli letterato.

Fu però solo dieci anni più tardi, dopo la morte del padre avvenuta nel 1854 che ne aveva probabilmente frenato le aspirazioni più profonde, che Anna Maria Marovich poté definitivamente seguire la propria vocazione all'assistenza del prossimo. Monsignor Canal, che aveva già fondato l’Istituto di Santa Maria del Pianto per le bambine abbandonate, le propose di dare vita a una nuova iniziativa, per la quale aveva ottenuto dei fondi, sotto l'egida del nuovo Patriarca Angelo Ramazzotti. Fu così riscattata l’area dell’ex convento dei Servi di Maria e furono avviati i lavori di ricostruzione. Nel luglio del 1864 Anna Maria, sua madre e quattro compagne vi si insediarono. In quel momento non vestivano ancora l'abito, e pregavano per i peccatori allo scopo di riparare le offese fatte a Dio.

La nuova svolta avvenne il 21 novembre successivo con la vestizione religiosa, che diede vita a una congregazione dedicata all'aiuto degli altri la cui regola fu stesa dalla Marovich in persona, ormai riconosciuta come madre fondatrice: erano nate le Suore Riparatrici del Cuore Santissimo di Gesù. Le prime persone accolte furono alcune donne che, terminata la detenzione in carcere, non avevano un posto dove andare. In seguito ai contatti con don Carlo Salerio accettò di unire la sua opera a quella delle Pie Signore Riparatrici, da lui fondate a Milano. Salerio aveva attinto l’ideale della Riparazione leggendo, quand’era ancora seminarista, proprio i versi e le prose della Marovich. In segno di umiltà, Anna Maria Marovich entrò come novizia nella Casa milanese.

Successivamente, mentre la sua salute declinava, tornò a Venezia dove morì il 3 ottobre 1887, tre anni dopo monsignor Canal. Il 17 dicembre 2007 papa Benedetto XVI ha dichiarato Anna Maria Marovich "Venerabile". I suoi resti riposano nella cappella della Casa studentesca Santa Fosca, dove trova sede anche il Centro di pastorale universitaria. Su un altro lato del complesso - che porta ancora il nome Canal-Marovich e che ha ospitato a lungo anche la mensa Caritas di Betania - un gruppo di suore, dopo la chiusura delle attività di assistenza alle ragazze "difficili" nella seconda metà del Novecento, perpetua gli ideali di preghiera.

Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 11:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci