Due giovani vite stroncate nel giro di due giorni: lunedì a Formigine, in provincia di Modena, è morto il 28enne chioggiotto Fabio Gibin. Martedì, all'ospedale di Adria, il 47enne cavarzerano Davide Fecchio.
ATTO DI GENEROSITÀ
Oggi sull'epigrafe di Davide i parenti chiedono, in sua memoria, proprio donazioni a favore dell'Ail. Il secondo episodio che aveva riguardato Davide, una decina di anni fa, era stato un incidente sul lavoro, dal quale aveva salvato la vita per un pelo. Stava sistemando il macchinario per il lavaggio delle auto, nella sua prima stazione di servizio (a Cà Labia, oggi il suo impianto è in via Mazzini), quando è rimasto impigliato, con un braccio, nel meccanismo. Fortuna ha voluto che gli ingranaggi si bloccassero prima che fosse troppo tardi. Di questa avventura Davide portava il segno con una vistosa cicatrice sul braccio. Martedì mattina Davide, a casa dal lavoro da qualche giorno per un fastidioso mal di schiena, si era sentito male ed era stato portato al pronto soccorso dell'ospedale di Adria, dove è deceduto per aneurisma dell'aorta. Il suo funerale si svolgerà sabato, alle 10, nel duomo di San Mauro. Lascia la moglie Raffaella, la figlia Alice e la mamma Marisa.
TRASFERITO NEL MODENESE
Fabio Gibin, invece, si era trasferito, da molti anni nel Modenese. Soffriva di una forma tumorale che gli era stata diagnosticata, la prima volta, quando era da poco maggiorenne. Contro questo male ha lottato per dieci anni, con un coraggio ammirevole, senza mai perdersi d'animo e sostenuto dalla moglie, Laura, che lo affiancava nella professione (faceva il barbiere) e gli dava sostegno nella lotta contro la malattia. D'altra parte i due si erano conosciuti e amati quando giù lui sapeva di essere malato. Ma, insieme, avevano contato di farcela. Per lunghi anni, sopportando dolorosi cicli di chemioterapia, Fabio, racconta il cugino Andrea sul blog Chioggiaazzurra, ha lottato contro il male, senza mai scoraggiarsi, Fino all'ultimo.
D.Deg.