Incendio a Marghera, scatta l'allarme per l'inquinamento della laguna

Lunedì 18 Maggio 2020 di Davide Tamiello
Incendio a Marghera, scatta l'allarme per l'inquinamento della laguna

PORTO MARGHERA - Bene l’aria, molto male l’acqua. I risultati dei campionamenti di Arpav mostrano un quadro piuttosto definito sulle ricadute ambientali del drammatico  incendio alla 3V Sigma di Porto Marghera di venerdì. E se c’è da tirare un sospiro per quanto riguarda gli inquinanti diffusi via aerea, non altrettanto si può dire per le condizioni della laguna. I risultati sulla diossina hanno dato un esito confortante: tracce da post incendio ce ne sono, ma niente che vada oltre il livello di guardia. «Siamo in un’area industriale e non possiamo certo pensare di avere parametri da giardini dell’Eden - precisa il direttore di Arpav Luca Marchesi - però i risultati sono incoraggianti: i livelli di diossina sono tutti entro la norma e comunque al di sotto delle soglie previste. Paradossalmente non abbiamo avuto ripercussioni sull’aria, abbiamo tracce di acetone nei vari campionamenti ma in quantità comunque contenute. L’incendio poteva avere conseguenze ben peggiori se si fosse allargato e avesse coinvolto altri siti produttivi». Rimangono in ballo le analisi su coltivazioni e ortaggi che, annunciano dall’agenzia regionale, arriveranno oggi. Con questi dati si dovrebbe chiudere, quindi, il primo ciclo di indagini sul possibile inquinamento collaterale al rogo. 
 



Il problema principale, però, resta l’acqua. Ieri mattina Arpav e capitaneria hanno perlustrato la zona fino al largo della laguna per prelevare campioni ad ampio raggio e capire se gli effetti dell’inquinamento possano aver sconfinato raggiungendo altre zone. Qui, la situazione, è decisamente più pesante: i livelli di inquinamento, infatti, rimangono decisamente molto elevati per essere al terzo dall’incendio. «Lo sversamento delle sostanze tossiche - continua Marchesi - è stato bloccato, ma purtroppo comunque in ritardo. Dobbiamo verificare, quindi, se la diffusione sia stata arginata o si sia diffusa. Quel che sappiamo è che le acque continuano a essere pesantemente contaminate e dobbiamo quindi proseguire con il monitoraggio anche nei prossimi giorni». Cruciale capire quanto, però. L’esito dei campionamenti al largo saranno fondamentali per misurare l’entità del problema e le ricadute per l’ecosistema lagunare. 
L’altro rischio da evitare è quello di incorrere in un altro tipo di inquinamento: quello biologico. Perché la strage di pesci provocata dallo sversamento in acqua dovrà richiedere un intervento rapido per evitare che il prodotto ittico marcisca. «Parliamo di migliaia di pesci - prosegue il direttore di Arpav - se marcissero creerebbero un danno ambientale notevole. Nelle prossime ore dovranno essere raccolti e portati a smaltire in un inceneritore, motivo per cui abbiamo allertato la protezione civile per chiedere di procedere alla rimozione». I volontari continueranno con le operazioni anche oggi, è fondamentale ripulire l’area interessata dal prodotto ittico contaminato. I pesci sarebbero morti per anossia. Le sostanze tossiche finite in laguna, cioè, avrebbero saturato l’acqua togliendo loro l’ossigeno necessario. 
Arpav nei giorni scorsi ha realizzato 13 campionamenti di aria e 5 campioni di acque superficiali.
Durante la mattinata dell’incendio i campionamenti sono stati effettuati nelle vicinanze dell’azienda in via Malcontenta, in via fratelli Bandiera a Marghera, vicino al cavalcavia, nell’area dell’ospedale dell’Angelo e del Civile di Venezia. Nel pomeriggio, ad incendio ormai sotto controllo, Arpav ha effettuato ulteriori campioni di aria in via della Chimica a Porto Marghera, in Piazza Barche in Centro a Mestre e al Parco San Giuliano. Ora si attendono gli esiti delle ultime analisi. 

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