VENEZIA - I sigilli all'ufficio di una collaboratrice dell'eurodeputata Alessandra Moretti e il sequestro del telefonino dell'assistente parlamentare Davide Zoggia. I veneti non sono direttamente coinvolti, né tanto meno indagati, dall'operazione anti-corruzione in corso da venerdì in Belgio: nelle cronache dell'inchiesta spuntano però i nomi dei due esponenti del Partito Democratico, accostati politicamente o professionalmente ad altre figure al centro dell'inchiesta. «Rifiuto e rigetto totalmente ogni insinuazione sulla mia persona», ha dichiarato la vicentina al quotidiano Le Soir, che ha pubblicato la foto del suo viaggio a Doha, mentre l'europarlamentare Pietro Bartolo ha difeso all'agenzia Adnkronos il veneziano che lavora nel suo staff: «Metterei la mano sul fuoco, perché non c'entra nulla con questa vicenda».
LA MISSIONE
Fra gli uffici sigillati a Bruxelles c'è quello di uno degli assistenti accreditati della dem Moretti, ma in passato ha lavorato per l'allora europarlamentare Antonio Panzeri. Nel dare conto della notizia, la stampa belga ha ricordato che la veneta è stata «in Qatar almeno una volta, durante un viaggio congiunto con Marc Tarabella», il collega che sabato aveva subìto una perquisizione domiciliare e ieri si è autosospeso dal gruppo S&D. Moretti è passata al contrattacco, rivolgendosi in francese via Twitter direttamente al giornalista Louis Colart: «Sono andata in Qatar con altri colleghi deputati nel quadro di una missione ufficiale e in tutta trasparenza. In questo quadro abbiamo affrontato in particolare i diritti dei lavoratori e l'accoglienza dei rifugiati afghani. Le mie lotte in favore dei diritti delle donne e degli omosessuali in questo Paese sono di pubblica notorietà e ho sempre votato in seno al Parlamento in coerenza con le mie prese di posizione. Quindi per favore non associare più il mio nome a questa storia». Il suo ufficio stampa ha poi preannunciato «querele contro chiunque pubblichi o diffonda notizie false e tendenziose».
Durante la trasferta nel Golfo, Moretti era stata relatrice proprio a un convegno sulle fake news e sulla libertà.
IL SUBAFFITTO
Nel frattempo sono stati apposti i sigilli anche all'ufficio del milanese Giuseppe Meroni, altro ex collaboratore di Panzeri, che adesso lavora con l'azzurra Lara Comi ma nel mezzo era nella struttura di Bartolo, indipendente eletto con il Pd. È proprio il medico di Lampedusa a spiegare il collegamento con Zoggia, ex sindaco di Jesolo, presidente della Provincia di Venezia e deputato, recentemente rientrato nel Partito Democratico dopo una parentesi in Articolo Uno: «Davide non c'entra proprio nulla in questa storia: lui si è trovato implicato perché era ospite di Meroni, che era sotto attenzione. Zoggia abitava in subaffitto nella casa di Meroni: sono andati per cercare Meroni, ma hanno trovato Zoggia, che è caduto dalle nuvole. Gli hanno preso il telefono. Zoggia è un mio assistente e non si è occupato di questa faccenda, brutta. È una cosa schifosa, sta gettando fango su tutti».
Il viaggio in Qatar della Moretti