VENEZIA - Una città da quasi tutto esaurito, con un tasso di occupazione al 95% negli hotel della città d'acqua. E anche a Mestre il quadro conferma numeri significativi, grazie all'atteso appuntamento con l'apertura della Biennale Architettura 2023 al pubblico, proveniente da ogni parte del mondo. «Al di là di questo weekend - analizza Claudio Scarpa, direttore Ava (Associazione veneziana albergatori) - Tutta la settimana si è mantenuta su questo livello percentuale. Poi, naturalmente, nei prossimi giorni feriali si scenderà di un po'. Sostanzialmente sono rimaste libere solo quelle stanze a cui si è data disdetta. I prezzi medi a camera per questo fine settimana? Se facciamo un confronto con altre città d'arte italiane, non sono neanche altissimi: siamo fra i 250 e i 300 euro in alberghi a 4 stelle».
La situazione negli alberghi
Per Scarpa, la panoramica di questi giorni non è altro che la conferma di come la politica dei grandi eventi paghi. «Dobbiamo far diventare Venezia una grande città culturale, capace di coniugare con essa il turismo. Il pubblico di questo periodo è diverso, più consapevole, rispetto a quello a cui siamo abituati in luglio e agosto. Grazie alla Biennale la laguna si popola di artisti, architetti, politici, ambasciatori, diplomatici e critici d'arte; persone che immergendosi nella cultura questa città amano viverla per davvero, osservandone i particolari mentre camminano per strada». Un tipo di turismo, insomma, che decide anche di fermarsi un giorno in più e che con i visitatori frettolosi, che tendono a muoversi solo fra Rialto e San Marco e che popoleranno il centro storico nei prossimi mesi estivi, nulla ha in comune. «Forte è la presenza degli americani - prosegue Scarpa - e tanti sono anche gli europei.
Locazioni turistiche
«Il dato reale della settimana dà il tutto esaurito sia nella città antica che in terraferma». A parlare è Ondina Giacomin, presidente Abbav, associazione dedicata alle locazioni turistiche brevi e B&B. «A farla da padroni sono canadesi, brasiliani, francesi e molti inglesi. Pochi invece, rispetto al solito, i tedeschi. E anche tra gli italiani si registrano numeri importanti. In questo momento - spiega Giacomin, sottolineando come il soggiorno medio nazionale arrivi a neanche due giorni, confermando livelli ancora piuttosto bassi - abbiamo a che fare soprattutto con famiglie o con persone più grandi d'età, con maggior tempo e denaro a disposizione».
Arrivi di prossimità
Il quadro delineato racconta di un visitatore che prenota senza troppa programmazione, richiedendo come prima scelta per il proprio soggiorno il centro storico cittadino. Dopodiché, in mancanza di disponibilità, la terraferma, Mestre e dintorni, diventa un'ottima alternativa, che si riempie del riflesso del capoluogo. «Nei prossimi giorni faremo vedere dei video - continua - per far capire come dal lunedì al venerdì Venezia non appaia così "sold-out" come spesso viene raccontata. In città è il visitatore giornaliero a riempire le strade, dando dunque una percezione errata». Insomma, la causa di una realtà colma di visitatori e spesso difficile da vivere per Giacomin è riconducibile soprattutto al turismo di prossimità, soprattutto veneto, che durante i weekend arriva in giornata per poi andarsene alla sera. «Dalla prossima settimana, passato il forte traino dato dalla Biennale, la città rientrerà in parametri più normali».
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