VENEZIA - Pedinato, colpito da sputi e aggredito tra San Lio e Rialto. Parla di tutto questo la denuncia presentata ai carabinieri di San Zaccaria da Alessandro Tamborini parrocchiano di San Zulian, studioso delle religioni e nemico giurato dell'ex sacerdote Massimiliano D'Antiga.
Tutto inizia in campo San Lio quando Tamborini incrocia uno dei suoi più acerrimi nemici, quel Mario Panciera fedelissimo di Massimiliano D'Antiga e già a processo con l'accusa di minacce per aver definito Tamborini «Satana» e per avergli promesso: «Te le faremo pagare». «Ha iniziato a seguirmi - racconta Tamborini - quando gli ho chiesto perché e gli ho detto di smetterla, mi ha sputato contro. Allora ho cominciato a filmarlo e lui mi ha aggredito facendomi cadere il telefonino». Da lì ha preso il via un inseguimento tra i due fino all'imbarcadero di Rialto con Tamborini che, dopo avere avvertito i carabinieri, chiedeva a Panciera di fermarsi e come tutta risposta sentiva il suo aggressore gridare di essere stato a sua volta malmenato dal nemico giurato dell'ex parroco di San Zulian e San Salvador. L'alterco tra i due, sotto gli occhi di tutti, è peggiorato arrivati all'imbarcadero con un vaporetto rimasto fermo per poco meno di dieci minuti in attesa delle forze dell'ordine. Vaporetto che poi è ripartito dividendo i contendenti. Tamborini, così, ha raggiunto la caserma di San Zaccaria per fare denuncia e poi il Pronto soccorso del Civile dov'è stato medicato per l'aggressione subita e gli sono stati dati dieci giorni di prognosi. «Le aggressioni proseguono nel tentativo di impaurirmi o di farmi desistere dal far emergere la verità - ha commentato nel pomeriggio - Agli attacchi vili, rispondo con le denunce che acclareranno ogni illecito, come del resto hanno già fatto le massime autorità ecclesiastiche».