VENEZIA - Un uomo di 35 anni, residente a Mareno di Piave (Treviso), è stato stato arrestato domenica pomeriggio a Venezia per aver aggredito sessualmente una donna 52enne che stava faceva jogging per le calli della città. Secondo la ricostruzione degli agenti di polizia, il maniaco avrebbe sorpreso la donna alle spalle, sottraendole lo smartphone per evitare che potesse allertare le forze dell'ordine. Alcuni passanti che hanno assistito alla scena sono riusciti a fermare l'aggressore e hanno poi chiamato il 113.
Cosa è successo
L'uomo, domenica pomeriggio intorno alle 16, ha aggredito una 52enne veneziana in campo San Boldo che in quel momento stava facendo jogging. Prima l'ha sorpresa alle spalle, palpeggiandola nelle parti intime, poi le ha rubato il cellulare per farlo cadere a terra e mandarlo in frantumi. Le urla della donna non sono rimaste inascoltate: i passanti sono accorsi in pochi secondi e hanno circondato il giovane impedendogli di scappare. A quel punto è stato dato l'allarme al 113: quando le volanti lagunari hanno raggiunto la zona hanno trovato il 35enne bloccato dalle persone. I poliziotti l'hanno accompagnato in questura dove, una volta raccolta la denuncia della vittima, è stato formalizzato l'arresto per le accuse di violenza sessuale e furto con strappo.
I precedenti del maniaco
Il giovane è stato quindi messo agli arresti domiciliari in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto. Ora lo aspetta un processo in tribunale per rispondere alla doppia imputazione. La prima, soprattutto, è particolarmente grave. Il 35enne ha dei precedenti (non ancora definiti) per atti osceni e guida in stato di ebbrezza. Al momento dell'arresto agli operatori non ha voluto fornire spiegazioni. Possibile che decida di riservarsi di rispondere anche oggi davanti al giudice. Il giovane, difeso dall'avvocata Margot Saetta, in passato ha avuto qualche problema serio e «presenta aspetti di forte immaturità». Domenica non era da solo a Venezia, ma con i genitori. La famiglia e il difensore si sono confrontati sulla necessità di chiedere per il giovane un percorso di affiancamento e terapia.
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