Roberta, l'agente di polizia penitenziaria è morta per asfissia: la conferma dall'autopsia

Venerdì 7 Maggio 2021 di Nicola Munaro
Calle dei Secchi a Venezia, la casa dove è stata trovata morta Roberta Romano

VENEZIA - Una conferma, la morte per asfissia, ma ancora tanti capitoli aperti nel giallo delle ultime ore di Roberta Romano, la cinquantaseienne agente di polizia penitenziaria trovata senza vita domenica sera dalla figlia ventunenne nella sua camera, supina sul pavimento, a fianco del letto matrimoniale a contenitore.

L'ESAME NECROSCOPICO


I primi risultati dell'autopsia eseguita ieri mattina dal dottor Giovanni Cecchetto, dell'Istituto di medicina legale di Padova, sembrerebbero cristallizzare la causa della morte della cinquantaseienne in quell'asfissia di cui si è parlato fin dal ritrovamento del cadavere, domenica sera poco dopo le 21.30 e su cui il sostituto procuratore Laura Villan ha aperto un fascicolo contro ignoti e senza reato, per atti relativi alla morte della donna.

Secondo l'esame del medico legale, Roberta Romano sarebbe rimasta senza respiro e questa sarebbe la causa meccanica della morte. Il tutto in attesa dei risultati degli esami tossicologici sulla cinquantaseienne, che arriveranno nelle prossime settimane.


LA DINAMICA DA CHIARIRE


Resta però tutta una serie di domande alla quale non è ancora stata data una risposta e su cui stanno lavorando i carabinieri, ai quali è stato affidato il fascicolo. La tesi dell'Arma e della procura è che tutto ruoti attorno ad un incidente domestico poi divenuto fatale tanto da dare il via all'asfissia della donna. Il tassello che gli investigatori e la magistratura stanno cercando per dare un senso compiuto al puzzle resta però la dinamica dell'incidente.
C'è da capire se la donna - sul cui corpo sono stati trovati dei traumi - sia stata schiacciata o in qualche modo colpita dal letto a contenitore: per questo verranno disposte delle consulenze tecniche sul letto e sulla stanza dov'è stata trovata la cinquantaseienne agente di polizia penitenziaria. La circostanza, poi, che l'intero appartamento al 2134 di calle dei Sechi sia sotto sequestro da parte dei carabinieri, spiega come l'indagine non sia ancora conclusa e diversi accertamenti debbano ancora essere completati.

I FATTI
Il corpo di Roberta Romano era stato trovato domenica sera dalla figlia. Secondo la versione raccontata ai carabinieri, la ragazza si era preoccupata nel non aver sentito la risposta della madre al suo saluto. Così aveva iniziato a cercarla per la casa, trovandola senza vita riversa nel vano del letto a contenitore. A quel punto aveva chiamato i soccorsi. Qui, però, la prima contraddizione: all'arrivo dei medici, Roberta Romano non era nel letto, ma a fianco del matrimoniale, distesa supina sul pavimento: nessun segno di sangue, nessun segno di lotta, soltanto alcuni traumi che gli ulteriori esami dell'autopsia dovranno datare.

LE VOCI A SANTA MARTA

Sullo sfondo dell'intera vicenda, i racconti di una vita non facile per Roberta Romano e la figlia in quelle case popolari a Santa Marta. Le tensioni che hanno portato ad alcuni interventi dei carabinieri negli anni e nei mesi scorsi, la donna che era arrivata a Venezia da Galatina (in provincia di Lecce) e che più volte si era sfogata con i commercianti della zona raccontando come le cose non andassero nel migliore dei modi. Poi i segni di botte. Fino al mistero di domenica. La morte per asfissia e il come sia avvenuto, ancora da capire.
 

Ultimo aggiornamento: 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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