CHIRIGNAGO (VENEZIA) - La casa affittata agli stranieri? «Bisognerebbe raccontare anche l’altra metà della storia e cioè che quando questi “immigrati” lasciano l’appartamento, nella quasi totalità dei casi occorre ricostruirlo quasi da zero, spendendoci decine di migliaia di euro». Sono destinate a far discutere queste parole che don Roberto Trevisiol, parroco di Chirignago, affida alle colonne del suo settimanale parrocchiale “Proposta”, confermandosi avvezzo a dire la propria senza peli sulla lingua (e sulla penna), anche a costo di alzare polveroni, come quando aveva scatenato la reazione stizzita dei berlusconiani per aver pubblicamente criticato lo stile di vita dell’ex presidente del Consiglio assolto nel processo Ruby a Milano.
Stavolta il messaggio pepato arriva parlando di accoglienza.
«TROPPI DANNI»
E qui don Roberto mette giù il carico: «Si, ma bisognerebbe raccontare anche che quando questi “immigrati” lasciano l’appartamento nella quasi totalità dei casi occorre ricostruirlo quasi da zero, spendendoci decine di migliaia di euro. A una persona che non ha Gesù Cristo nel cuore si può chiedere che rinunci ad un suo legittimo bene? Secondo me no». Tra i parrocchiani se ne parla, tanto che subito dopo il suo scritto don Trevisiol pubblica una lettera firmata che gli dà manforte sulla linea d’intervento di una settimana fa. Farà discutere? Si vedrà, in giorni in cui vescovi e prefetti hanno rinnovato l’impegno a trovare anche nuovi posti d’accoglienza per i migranti.
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