Aeroporto. Tassa di imbarco di 2,50 euro a passeggero, linea dura delle low cost: «Andremo via da Venezia»

Venerdì 23 Dicembre 2022 di Elisio Trevisan
Tassa di imbarco di 2,50 euro a passeggero, linea dura delle low cost: «Andremo via da Venezia»
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VENEZIA - «Se la proposta dovesse essere confermata, assisteremmo a una perdita di competitività dello scalo di Venezia a vantaggio di altre destinazioni, dove l'offerta di voli sarà supportata da tariffe più contenute grazie ad addizionali più basse», afferma Valeria Rebasti, country manager per l'Italia e il sudest dell'Europa per la compagnia Volotea. D'altro canto il Comune di Venezia sembra non abbia intenzione di tornare sui suoi passi, così l'aeroporto intercontinentale Marco Polo di Tessera rischia di perdere rotte e frequenze di voli. Soprattutto le compagnie low cost, come Volotea, EasyJet e Ryanair, i cui margini di guadagno sono oltremodo risicati e quindi anche 2,50 euro di aumento di tassa d'imbarco per ogni passeggero pesano sui bilanci, dovranno agire di conseguenza e rivedere le modalità della loro presenza nello scalo lagunare.


DUE CAFFÈ
«Due euro e mezzo possono sembrare poca cosa, il costo di due caffè, ma in realtà le rotte stanno in piedi perché hanno sostenibilità economica e le compagnie, in particolare le low cost, hanno margini molto bassi, per cui 2,50 euro si sentono e significa che le compagnie dovranno rivedere le rotte e le frequenze che operano e gli investimenti che avevano previsto» aggiunge Lorenzo Lagorio country manager per l'Italia di EasyJet.

L'Amministrazione comunale veneziana ha approfittato del Decreto-Legge n. 50 del 2022 sulle misure per il riequilibrio finanziario di province, città metropolitane e comuni capoluogo di provincia, ma per l'associazione Aeroporti 2030, che riunisce gli scali di Roma Fiumicino, Ciampino, Verona, Treviso, Brescia e Venezia, non ci sono le condizioni per procedere con questo aumento e, non a caso, «non risulta che, ad oggi, alcun Comune abbia adottato provvedimenti analoghi a quello proposto da Venezia» che porterà l'addizionale dagli attuali 6,50 euro a passeggero a 9 euro. «All'inizio abbiamo pensato che, spiegando le nostre ragioni, il Comune si sarebbe convinto a rivedere la decisione, purtroppo sembra non sia così e quindi siamo molto preoccupati - continua Lagorio, il manager di EasyJet, la compagnia che ha tre aerei basati a Venezia con 150 dipendenti e molti altri dell'indotto -. Il problema si fa sentite soprattutto in Italia dove ci sono diversi aeroporti che si fanno una concorrenza molto forte tra di loro. Questo è un settore che viene da due anni di pandemia, con costi molto alti, ricavi molto bassi e perdite importanti. In particolare a Venezia c'è un mercato che a fatica si sta riprendendo per cui il contributo ostacola la ripresa, e non possiamo certo pensare di ribaltare l'aumento dei due euro e mezzo su ogni passeggero».


RIPRESA A RISCHIO
Anche Valeria Rebasti, la manager di Volotea, sostiene che «la proposta di incrementare la tassa addizionale di imbarco, dopo anni così difficili per il settore aviation, potrebbe rallentare la ripresa, non solo per le compagnie aeree low-cost, ma per l'intero comparto turistico, traino fondamentale per il tessuto economico del nostro Paese. Confidiamo, quindi, di poter intavolare un dialogo costruttivo e proficuo con le Istituzioni coinvolte, individuando insieme soluzioni alternative a vantaggio di tutti i passeggeri». Oltretutto l'attuale addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri di 6,5 euro fornisce un gettito che solo in minima parte riguarda attività relative al trasporto aereo, dato che va ad Inps (3,5 euro), Fondo di Solidarietà Trasporto Aereo (1,5 euro), Vigili del Fuoco (0,5 euro) e infine 1 euro ripartito tra Enav, ministero dell'Interno e Comuni. E le ultime stime dell'Airport Council International sulla ripresa del mercato aereo sono al ribasso: i volumi di passeggeri per il 2023 saranno meno 9% rispetto al 2019 (prima della pandemia), e una piena ripresa è stata rinviata al 2025 anziché al 2024 come era stato previsto in precedenza. Oltre alle difficoltà incontrate nella ripresa post Covid, le compagnie devono affrontare gli aumenti del costo dei carburanti e le società di gestione degli aeroporti quelli delle bollette energetiche che stanno diventando una delle principali voci di spesa.

Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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