VENEZIA - Quando fu ideata, undici anni fa, la cerimonia di laurea in piazza San Marco, fu vista come una americanata. L’allora rettore Carlo Carraro l’aveva voluta per dare ai neo laureandi una cerimonia che l’avvento delle lauree brevi aveva cancellato, eliminando la discussione delle tesi.
«In un momento di riaperture come questo - scrivono i genitori - dove anche i concorsi pubblici riaprono in presenza con centinaia di candidati in ambienti chiusi, crediamo che Piazza San Marco, soprattutto adesso che è deserta, meglio si presti ad accogliere tutti, seppur in modo assolutamente contingentato e in più tranche». «Il Giorno della laurea è una cerimonia cui l’ateneo tiene moltissimo ed è stata sempre sostenuta anche quando è stata oggetto di critiche - afferma la rettrice Tiziana Lippiello -. È un evento unico, che si svolge in uno scenario impareggiabile. Per noi tutti è un momento di grande gioia condivisa, il coronamento del percorso universitario e di crescita personale, ma attualmente non è davvero possibile agire in modo diverso». La pandemia ancora in atto comporta limiti oggettivi, logistici e organizzativi ad un evento che ha un impatto sulla città intera, in cui affluiscono migliaia di persone nello stesso luogo fisico. «Come rettrice - continua Lippiello - ho il dovere di salvaguardare la salute pubblica e la sicurezza di tutti, gli studenti per primi, e con essi le loro famiglie. Mi auguro, come ho già avuto modo di dire, che si possano presto ripristinare le condizioni per tornare a realizzare questo momento di incontro collettivo e di celebrazione. L’impegno mio e di tutto l’ateneo è ora rivolto all’individuazione di forme alternative di proclamazione, in assenza della cerimonia in Piazza, di cui gli studenti verranno prontamente informati». La rettrice confida di tutto cuore che si possano presto ripristinare le condizioni per tornare a realizzare in completa sicurezza questo evento a cui Ca’ Foscari non intende rinunciare e che considera ormai parte integrante della sua tradizione.