VENEZIA - Un sistema ancor più rapido per pagare i biglietti di autobus e vaporetti. Tutto contactless. Basterà passare la carta di credito o il bancomat davanti a validatrici di nuova generazione, che automaticamente si tratteranno l'importo del titolo di viaggio dovuto. Actv si sta attrezzando per questa novità, già sperimentata in altre città.
IL PROGETTO & LA GARA
Avm sta lavorando a questo progetto ormai da tempo. É del febbraio scorso la determina con cui ha avviato la «procedura aperta - ricostruisce la sentenza del Tar - per l'affidamento della concessione del servizio di pagamento tramite carte bancarie di pagamento contactless dei titoli di viaggio del servizio di trasporto pubblico locale urbano e extraurbano tramite sistema integrato Emv con contestuale fornitura di validatrici da installare a bordo bus, tram e da posizionarsi presso i pontoni degli approdi di Venezia al servizio delle linee di navigazione gestite da Avm, attraverso la sua controllata Actv, nonché nei tre varchi di accesso al People Mover, per cinque anni, per l'importo a base d'asta di euro 4.197.377,20, attraverso il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa».
Tra le richieste poste da Avm ai partecipanti, la semplicità e comodità delle validatrici, nonché la loro resistenza agli atti vandalici, alla corrosione e agli agenti atmosferici. Tre i raggruppamenti d'impresa che hanno partecipato alla gara, con Conduent business solutions Italia con Elavon Financial Services che si sono piazzati primi con 83,904 punti. Secondi Nexi Payments con Pluriservice con 83,418 punti. Distaccanti i terzi di Flowbird Italia con Leonardo, con 68,174 punti.
IL RICORSO AL TAR
Un testa a testa, tra primi e secondi, che inevitabilmente è sfociato in un ricorso al Tar. I secondi arrivati hanno contestato l'assegnazione dei punteggi da parte della commissione, tirando in ballo anche presunti errori di calcolo. I giudici hanno ribattuto che per sconfessare il giudizio di una commissione di gara «non è sufficiente evidenziarne la mera non condivisibilità», serve dimostrare la «palese inattendibilità e l'evidente insostenibilità del giudizio tecnico compiuto», cosa che non è accaduta. Quando ai calcoli sbagliati, osserva il Tar, non avrebbero spostato il risultato. Di qui il rigetto del ricorso, se pur con la compensazione delle spese, vista la complessità della materia.