Il top manager Seno (Avm): «Aumenti sì, ma i nuovi vaporetti avranno bagni e climatizzatori»

Sabato 2 Luglio 2022 di Davide Scalzotto
Un vaporetto a Venezia
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VENEZIA - I nuovi vaporetti avranno l’aria condizionata, quelli più grandi - i foranei - anche i bagni. Un qualche beneficio, insomma, i turisti che tra qualche giorno si troveranno a pagare 9,5 euro un biglietto Actv da 75 minuti, rispetto agli attuali 7,5, ce l’avranno. E ovviamente ne beneficeranno anche i veneziani, soprattutto dell’aria condizionata, considerate le temperature roventi di certi viaggi. L’aumento delle tariffe Actv per chi non ha la carta VeneziaUnica ha fatto discutere, ovviamente.

Anche in relazione alla qualità del servizio. 


Giovanni Seno, direttore generale del gruppo Avm, questi aumenti che effetto avranno sulle modalità di trasporto pubblico? Ci saranno miglioramenti, cambiamenti?
«Iniziamo col dire che abbiamo approvato un piano degli interventi da 240 milioni che con fondi dello Stato del Pnrr ci consentirà di acquistare nuovi mezzi: 95 bus a idrogeno e 33 elettrici entro il 2026, oltre a 3 ferry, 29 vaporetti, 8 motoscafi e 17 battelli foranei».
Su un totale attuale di?
«Attualmente abbiamo 530 bus e 145 imbarcazioni suddivise in 7 ferry, 19 foranei, 7 motonavi e il resto vaporetti e motoscafi».
E i nuovi mezzi acquei saranno più confortevoli?
«Certo, avranno tutti l’ aria condizionata. E sui foranei anche il bagno».
Anche spazio per le valigie, visto che è uno dei problemi di “convivenza” tra turisti e veneziani?
«Le dimensioni dei mezzi non cambieranno, ma stiamo studiando soluzioni per razionalizzare gli spazi per i bagagli».
Tutto questo però con fondi pubblici. Gli aumenti annunciati giovedì “faranno cassa” per Actv?
«Mi faccia dire una cosa prima, per far capire bene la cornice in cui ci stiamo muovendo».
Riguardo la qualità dei servizi?
«Si. Nel marzo 2023, dopo la proroga, ci sarà l’affidamento del servizio di trasporto pubblico. E per partecipare bisogna osservare rigidi criteri. Il Piano finanziario deve rispettare tre requisiti: redditività, efficienza ed essere parametrato sulla spesa standard».
Al di là del linguaggio gestionale?
«Significa che se prima si pensava a garantire il servizio pubblico sempre e comunque ad ogni costo, ora non sarà più così. Lo Stato dice che il trasporto pubblico locale deve avere un margine di utile ragionevole. Altrimenti sospende i fondi. Ed efficienza vuol dire ridurre i costi con un incremento di produttività del personale, nel nostro caso autisti e piloti. Lo abbiamo detto anche ai sindacati: non è un capriccio ridurre il costo del lavoro, nè si vogliono comprimere i diritti dei lavoratori. Dobbiamo solo garantire il rispetto del parametro dei costi standard, visto che i finanziamenti non arrivano più solo per la spesa storica».
Avere un margine di utile ragionevole significa non ci possono essere ricavi esagerati? Un’azienda non può andare “troppo bene” da sola? Se un’azienda facendo un ampio margine operativo perde i contributi statali, non è comunque un buon segno perché cammina con le proprie risorse anziché avere bisogno di fondi pubblici? Il settore della navigazione del resto ha sempre avuto un margine di utile tale da garantire anche l’automobilistico...
«È un discorso molto complesso. Navigazione e automobilistico ora hanno rendicontazioni separate, anche poi è chiaro che l’azienda è la stessa. Ma per fare un esempio, nel 2019, a pieno regime di introiti, se ci avessero tolto parte dei contributi pubblici avremmo fatto un pari importo di perdite. Questo per dire quanto fondamentali siano i contributi pubblici per un servizio di trasporto pubblico locale».
Era rimasta in sospeso una domanda...
«Se le nuove tariffe faranno “cassa”? Il Piano finanziario si è reso necessario per rispettare quei parametri di cui dicevo, era necessario».
Come pensate che reagiranno i passeggeri “foresti”?
«Erano anni che non c’era un aumento. Di solito c’è una contrazione della domanda, ma poi gli acquisti tornano in linea».
Veniamo ai residenti, ai veneziani ai possessori di VeneziaUnica. Ci saranno aumenti?
«No. E a Venezia si paga un biglietto di trasporto pubblico tra i più bassi: 1.5 euro per 75 minuti».
Ma viaggiare sui vaporetti spesso è un incubo
«Purtroppo in tutte le città, specie quelle turistiche, il trasporto pubblico è affollato. Le segnalazioni e le lamentele sono costanti ogni anno e quello che possiamo, facciamo. Ad esempio negli approdi dove non siamo riusciti a mettere l’accesso differenziato per i veneziani, abbiamo messo gli steward».
E funziona?
«Sì, sta funzionando. Purtroppo non possiamo differenziare i trasporti tra locali e “turisti” perché verrebbe meno il concetto di trasporto pubblico. Nè possiamo pensare che il veneziano che entra prima, si siede prima. La normativa europea non consente “preferenze”. Possiamo limitarci solo a regolare gli accessi».
Si parla di nuove linee, di differenziare i percorsi di navigazione, per esempio alleggerendo il Canal Grande.
«La decisione tocca all’amministrazione comunale, con la quale stiamo lavorando per un Piano della mobilità che riorganizzi le linee».
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Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 10:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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