Actv, prove di pace con i sindacati: uno spiraglio per evitare lo scontro

Mercoledì 17 Marzo 2021 di Elisio Trevisan
Actv, trattative in atto

MESTRE - Muro contro muro, ancora, ma c’è una breccia. Ieri i Sindacati veneziani dei trasporti hanno rifiutato la convocazione di Avm, l’Azienda veneziana della mobilità, per avviare la trattativa e arrivare a un nuovo contratto integrativo. Si sono presentati all’appuntamento solo per dire che rigettano in toto l’imposizione dell’Azienda e hanno chiesto una settimana di tempo per presentare una proposta alternativa che, nelle intenzioni di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Faisa-Cisal, Usb e delle Rsu dei trasporti, sarà completamente diversa dal contratto unilaterale imposto dall’Azienda che lo farà entrare in vigore dal primo aprile, a meno di cambiamenti dell’ultima ora, ossia a meno che non si riesca a trovare un accordo coi lavoratori. Per il momento, come abbiamo annunciato ieri, l’imposizione riguarda la sola parte normativa, il cosiddetto contratto disciplinare, mentre la definizione della parte economica è stata posticipata da Avm di altri 3 mesi per dare tempo ai Sindacati di avviare la trattativa e arrivare ad un accordo condiviso; se non si arriverà a tale accordo, anche la parte economica verrà imposta unilateralmente a partire dal prossimo primo luglio.
LA CONTROMOSSA
Ieri pomeriggio, dunque, i rappresentanti dei lavoratori non si sono presentati alle 15 ma hanno convocato i vertici di Avm per mezz’ora dopo, per comunicazioni urgenti, ossia la bocciatura del piano aziendale, soprattutto perché, anche se non dovesse toccare il trattamento economico (ma questo sarà da vedere in seguito), comunque impone tagli alle ferie e aumenti degli orari di lavoro considerati insopportabili dai lavoratori e quindi irricevibili; e hanno aggiunto che, essendo un contratto che impone sacrifici alla maggior parte dei dipendenti salvando, però, intere parti dell’Azienda, punta a dividere i lavoratori. Il direttore generale di Avm, Giovanni Seno, ha risposto che non c’è nessuna preclusione ad una controproposta dei Sindacati, chiaro che non si potrà partire da quella per una trattativa ma bisognerà tener conto di entrambe le posizioni. 
Ha aggiunto che comprende l’angoscia di quelle famiglie in difficoltà perché magari un coniuge è in cassa integrazione senza lavoro, e ha quindi ribadito che l’Azienda farà di tutto per non toccare la parte economica. In proposito ieri ha inviato a tutti i 3100 dipendenti la mozione, l’ordine del giorno e il verbale della riunione col prefetto del 26 febbraio per mostrare che non si parla di imposizioni unilaterali ma di richiesta di sedersi a un tavolo e trattare.
I segretari dei Sindacati, dunque, da questa mattina si riuniranno per arrivare a una posizione unitaria tra di loro ed elaborare la proposta alternativa, che contano di presentare ai lavoratori, in assemblea, tra venerdì e lunedì prossimo in modo da potersi incontrare con l’Azienda già martedì 23 o mercoledì 24 marzo, presentandole il documento e provando a far partire un dialogo.
IL GIOCO DELLE PARTI
Da un lato il direttore generale ha risposto che, comunque, dal primo aprile la parte normativa del contratto integrativo imposto unilateralmente dall’Azienda dovrà entrare in vigore.

Dall’altro i Sindacati contano di riuscire in queste tre settimane a presentare una loro proposta, ottenere il beneplacito dei lavoratori, discuterla con l’Azienda ed arrivare a un accordo che eviti l’entrata in vigore del suo piano. Al momento, ad ogni modo, il contratto unilaterale resta in piedi e, allo stesso tempo, rimane in piedi lo sciopero di 24 ore proclamato per il 26 marzo: è vero che si tratta di uno sciopero nazionale per il Contratto di tutti i dipendenti del settore del trasporto pubblico ma a Venezia avrà una valenza doppia e quindi, pur dovendo garantire le fasce orarie dei pendolari, facile che qui creerà molti più disagi che in altre città.

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