Feste con gli stivali, da oggi scatta la tregua di fine anno

Venerdì 27 Dicembre 2019 di Michele Fullin
VENEZIA Il mercato di Rialto che continua a vendere il giorno della vigilia di Natale nonostante i disagi
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VENEZIA Ieri, se Dio vuole, potrebbe essere stato l’ultimo giorno di acqua alta importante dell’anno. Con un picco previsto di 105 centimetri alle 23.45 l’acqua ha allagato solo i punti più bassi della città: gran parte di piazza San Marco, l’Erbaria, parte delle fondamente di Rialto e di Cannaregio. Ma, ovviamente, non solo, perché sono tante le zone della città che con un metro vanno sotto e non ci sono passerelle che garantiscono un percorso all’asciutto.
Per Natale, però, ci sono stati due colpi di coda importanti: il primo a 139 la mattina della Vigilia, che ha costretto la gente a fare la spesa del cenone con gli stivaloni ai piedi e purtroppo ha allagato molte chiese, che sono state agibili per la messa della notte solo grazie al lavoro dei volontari delle parrocchie. Nessuno ha avuto da ridire sulla previsione: 4 toni all’alba, quindi 140, e quota azzeccata. Per un soffio non sono stati sospesi i servizi di trasporto persone su vaporetti e motoscafi. Actv, infatti, fa partire il blocco a 140.
Le sirene hanno suonato anche la notte di Natale (funzionano tutte, hanno assicurato dal Centro Maree) con due toni, quindi 120 centimetri e alle 8 il mareografo ha fatto segnare 119 centimetri. Quello di ieri mattina è stato finalmente un picco di marea quasi normale (80) e così sarà oggi e domani.
«Ci manca solo un gennaio pieno di neve e poi possiamo anche chiudere tutti». La mattina della Vigilia, al mercato di Rialto questa era la situazione e così dicevano fruttivendoli e pescivendoli, che lamentavano un calo mostruoso del lavoro dal 12 novembre in poi. Tra i pochi banchi di pesce c’era di tutto anche alle 10: granceole e canoce vive, go che saltavano, prelibatezze di ogni genere che a quell’ora e in quel giorno gli anni passati erano già andate a ruba. Questa volta invece no. Tra i banchi di frutta e verdura, stessa cosa, poche code e il tentativo di esorcizzare quella che sembra una maledizione sulla città. 
I servizi sono comunque andati sempre avanti: i carretti di Veritas sono passati anche con 135 centimetri d’acqua e i netturbini avevano sempre le stesse attenzioni e le stesse battute. Lo stesso per le consegne di pacchi, ma anche e ancora tanti elettrodomestici e della posta. Tutti con gli stivali per portare a termine il proprio compito. I veneziani ancora una volta hanno resistito e si sono adattati. Anche all’ennesima burla del Mose che pareva si sarebbe potuto alzare. Per altri due anni, sarà meglio avere gli stivaloni a portata di mano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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