Ospedale civile, icona con Natività all'entrata del reparto. Cgil e Pd insorgono: «E' un invito a non abortire»

Lunedì 16 Gennaio 2023 di Alvise Sperandio
L'immagine all'ospedale civile San Giovanni e Paolo

VENEZIA - Quell’icona con la sacra famiglia, con Gesù bambino, la Madonna e San Giuseppe, portata dentro il reparto di Ostetricia Ginecologia dell’ospedale Civile di Venezia, proprio non va giù alla Cgil né ad alcuni esponenti del Partito Democratico locale e regionale, secondo cui può essere velatamente interpretata come un suggerimento alle donne a soprassedere da qualsiasi intenzione di aborto. E così scoppia la polemica attorno all’immagine religiosa che in tempo di Natale è stata portata in processione da alcuni sanitari in servizio per essere collocata al centro del presepe, per poi essere mantenuta in corsia, protetta da un cordone rosso di sicurezza.

A sollevare la questione è il neo segretario generale provinciale della Cgil Daniele Giordano, seguito a ruota dalla capogruppo dem in consiglio comunale Monica Sambo che ha diffuso una nota firmata anche dal consigliere regionale Jonatan Montanariello. L’Ulss 3 Serenissima, dal canto suo, non commenta.
«Pare che l’installazione si trovi proprio nei pressi delle stanze dove avvengono i colloqui per valutare le interruzioni di gravidanza», premette Giordano che sferra l’attacco: «Il conforto che le donne devono trovare in un momento così particolare e delicato come quello del parto, o di una scelta complessa e spesso dolorosa come quelle dell’interruzione di gravidanza, non devono in alcun modo essere accostati a un credo religioso che potrebbero mascherare comportamenti da “stato etico” che non possono trovare in alcun modo cittadinanza a Venezia». Quindi Giordano rilancia: «Invece di fare le processioni si devono potenziare i consultori. Oggi una donna al Civile deve aspettare mesi per una visita ginecologica, per non parlare del fatto che non si sa nemmeno come vengono garantiti i tempi ad esempio delle morfologiche. Le donne che scelgono di interrompere una gravidanza quasi mai trovano una presa in carico adeguata e devono sempre più spesso affrontare un percorso difficile nel riuscire a veder loro garantita questa scelta. L’Ulss 3 Serenissima farebbe molto bene a impegnarsi a garantire servizi, a garantire che i medici obiettori non compromettano il servizio, a garantire una presa in carico adeguata delle donne e dei bambini e a non fare inutili operazioni dal gusto reazionario».

Giordano conclude dicendo che «come Cgil non siamo certo contrari ai simboli religiosi o alla celebrazione delle festività natalizie, ma sono altri i luoghi diversi dall’ospedale in cui questo deve avvenire sempre nel rispetto delle donne e della loro sensibilità».


LE REAZIONI
Pronto il sostegno di Sambo e Montanariello. «Come Pd chiediamo che si rimuovano immediatamente tutte le rappresentazioni religiose che vanno contro la sensibilità delle donne e il rispetto dei loro diritti – scrivono in una nota –. Il compito dell’Ulss è di garantire alle donne il loro diritto a una libera scelta, in tempi adeguati, rimuovendo tutti i vincoli e le difficoltà che oggi ci sono. In Veneto il diritto all’interruzione di gravidanza è sempre più messo in discussione dalla diffusione dei medici obiettori e dalle tante difficoltà, anche burocratiche, che le donne trovano nel fare questa scelta. Sono decine le segnalazioni sui tempi lunghissimi di attesa per le visite ginecologiche, ostetriche o per altri esami, e sono moltissime le donne costrette a rivolgersi al privato per essere adeguatamente seguite. Si evitino le strumentalizzazioni e si garantisca il rispetto delle donne e dei loro diritti».
Interpellata sulla vicenda, l’Ulss 3 Serenissima preferisce non commentare.
 

Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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