PORTOGRUARO - È scomparso, all’età di 82 anni, Secondiano Drigo, uomo di sport conosciuto nell’ambiente del gioco delle bocce del Triveneto. “Nini Bio”, com’era da sempre conosciuto, è morto domenica mattina all’ospedale di Portogruaro.
Molti gli attestati di stima nei suoi confronti da parte e delle società bocciofile trivenete. La sua scomparsa ha lasciato nello sconforto la famiglia, che ha espresso dubbi sul fatto che l’uomo sia stato dimesso in condizioni ancora precarie. Peggiorato rapidamente a casa, per lui si è reso necessario un ulteriore ricovero che tuttavia non è servito a salvargli la vita. Secondiano lascia la moglie Orietta, la figlia Nicoletta, il figlio Daniele con Annalisa, gli adorati nipoti Francesco, Irene, Andrea e Sara. Il rosario verrà celebrato oggi, alle 19, nella chiesa parrocchiale di San Nicolò, dove domani, mercoledì 12 gennaio, alle 15, si svolgeranno i funerali.
«Le attuali politiche sanitarie dell’Ulss 4 e in particolare quelle dei reparti di Medicina di San Donà e Portogruaro – ha commentato il figlio Daniele - puntano a incrementare le cure domiciliari anche verso pazienti ancora critici, mettendo in grosse difficoltà le famiglie e i pazienti stessi e mettendo anche a dura prova i servizi di assistenza domiciliare che non hanno certo gli strumenti e le possibilità di intervento di una struttura ospedaliera. Spero che il direttore generale Filippi, che so essere una persona molto attenta, - ha concluso - possa prendere in considerazione questo mio appello».
Il caso, al di là degli specifici aspetti sanitari, accende un faro anche sulla mancata realizzazione di un ospedale di comunità, dedicato a quei pazienti pur non presentando patologie acute a elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti adeguatamente a domicilio. «L’attivazione dell’assistenza a domicilio – replica il direttore generale dell’Ulss 4 Filippi – avviene su richiesta del medico di base, dopo che un team medico si è espresso favorevolmente. Ovviamente tra ospedale e la residenza ci sono dei livelli intermedi assistenza, tra cui l’ospedale di comunità. A Portogruaro la Residenza Francescon è al lavoro per le necessarie autorizzazioni e l’accreditamento di 20 posti letto. Spero che entro la primavera questo servizio possa partire, chiudendo così il cerchio dei livelli di assistenza. È chiaro comunque che se non ci fossero posti letto in ospedale di comunità, che rappresenta una sorta di lungodegenza, i pazienti continuerebbero a essere seguiti in ospedale».