Aspetta cinque mesi per la visita urgente dopo l'aneurisma

Domenica 29 Dicembre 2019 di Camilla De Mori
L'Azienda Santa Maria della Misericordia a Udine
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UDINE - Lamentava «forti cefalee» e «episodi di dislessia». E, visto che nel 2018 era stato colpito da un aneurisma, il suo medico di base gli aveva prescritto di sottoporsi «a visita neurochirurgica da effettuarsi con priorità D entro trenta giorni». Era il 28 agosto scorso. Ma una telefonata al Centro di prenotazione regionale (Cup) avrebbe gelato le sue aspettative, visto che, gli sarebbe «stato riferito che entro i 30 giorni prescritti non era possibile effettuare la visita» e l'appuntamento gli «è stato fissato solo per il 10 gennaio 2020» all'ospedale di Udine. La storia, così come un 45enne friulano l'ha raccontata, carte alla mano, all'associazione di tutela diritti del malato di Udine, riaccende i fari sul tema delle liste di attesa, che, come spiega la presidente del sodalizio Anna Agrizzi, è uno dei problemi più sentiti dai cittadini. «Riceviamo 4-5 segnalazioni ogni settimana sul ritardo nelle liste di attesa», dice Agrizzi.
IL CARTEGGIO Quello del 45enne è, a suo parere, un caso esemplare. Il 22 ottobre, infatti, l'uomo, con il supporto dell'associazione, ha segnalato l'asserita inottemperanza dei tempi di attesa, chiedendo all'Aas 2, competente per territorio, di autorizzarlo a fare la visita in forma privata entro i 30 giorni prescritti e di ottenere il rimborso dell'importo, tolto il ticket. L'Azienda, «considerando la richiesta un reclamo» (è l'interpretazione del sodalizio) il 24 ottobre replica che la risposta sarà data all'esito di un'istruttoria interna, che richiede accertamenti. Lo scambio continua. In un'altra lettera l'Aas 2 prende atto dell'appuntamento fissato a 5 mesi di distanza, «non rispettoso delle tempistiche riportate sull'impegnativa» ma ricorda che la prestazione «non è tra quelle erogate dalla nostra Azienda», tanto che la visita gli è stata fissata dal Cup all'Asuiud, e perciò «non possiamo rispondere né al quesito sui tempi né alla richiesta di autorizzazione ad effettuarla in libera professione». «Potrà richiedere le motivazioni sulle tempistiche all'Azienda in cui ha prenotato la prestazione», gli scrive l'Aas 2. Ma l'Asuiud, a cui il paziente si rivolge a fine novembre, il 2 dicembre gli risponde che, vista la sua residenza, «l'azienda sanitaria di riferimento per la problematica esposta risulta essere l'Aas 2: vi suggeriamo pertanto di indirizzare a quest'ultima la vostra richiesta».
LA PRESIDENTE Nel mezzo del carteggio, spiega Agrizzi, tre lettere, via Pec, sono state spedite all'assessore Riccardi, l'ultima il 6 dicembre, per segnalare il caso, ma «non abbiamo ricevuto risposta». In compenso, «l'assessore ci ha mandato gli auguri di Natale in associazione. Gli abbiamo risposto: grazie degli auguri, ma ci dia una risposta anche su questo caso. Il paziente attende da agosto», dice Agrizzi. «In questi mesi - prosegue - abbiamo assistito ad un rimpallo di responsabilità fra le Aziende sanitarie di Udine e della Bassa. Possiamo capire che è un momento di transizione, che sono stati nominati dei nuovi direttori. Auspichiamo che i nuovi direttori delle Aziende sanitarie prendano in mano la situazione delle liste di attesa, che è molto grave. Riceviamo tantissime segnalazioni in merito. Questa è una delle più eclatanti». L'assessorato (vedi altro articolo) regionale assicura che il caso è già stato preso in carico.

 
Ultimo aggiornamento: 15:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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