Quasi raddoppiate le violenze contro i sanitari: si è passati da 60 a 106 in un anno

Martedì 5 Aprile 2022 di Camilla De Mori
Medici


UDINE - Aumentano le segnalazioni di violenze sugli operatori sanitari in AsuFc.

Da un anno all'altro, nel pieno dello tsunami Covid, sono passate dalle 60 del 2020 alle 106 del 2021, con un incremento del 76%. Nell'ultimo biennio si sono fatti più consistenti (rispetto all'era pre-pandemia) anche gli importi complessivi dei risarcimenti liquidati ai pazienti per danni biologici. I dati sono allegati alla relazione sulla sicurezza delle cure dell'Azienda. Nel resoconto annuale 2021 del sistema di incident reporting (che consente ai professionisti di comunicare eventi avversi e near miss) le segnalazioni complessive - comprese quelle degli utenti - sono state 2.069 (in calo rispetto alle 2.617 del 2020), di cui 956, il 46%, hanno richiesto un approfondimento, portando a 366 azioni di miglioramento. In quasi la metà dei 956 casi segnalati (1.114, 47%, contro le 1.110 del 2020) si tratta di cadute. Seguono indicazioni legate all'area assistenza con 278 casi (12%), all'area organizzativa con 260 (11%) e ai diritti del paziente con 218 segnalazioni, il 9% (nel 2020 erano state 328). Nella lista entrano poi le terapie con 180 (8%) e le infrastrutture, con 106 (5%).

IL QUADRO
In un quadro in cui quasi tutte le voci scendono, va quasi al raddoppio invece il dato sulle violenze sugli operatori, che passa da 60 (il 2% delle 2.617 segnalazioni del 2020) a 106 (il 5% del 2021). «L'aumento delle segnalazioni - dice Roberto Cocconi, che guida la Gestione del rischio clinico - può essere legato a due motivi. O per un reale aumento dell'incidenza o perché potrebbe esserci una maggiore consapevolezza dei lavoratori. Dopo la campagna regionale e nazionale forse segnalano di più. Non possiamo dire quindi che ci sia stato un aumento secco di violenze sugli operatori. Sono aumentate le segnalazioni». Che la tensione legata alla pandemia sia stata palpabile, soprattutto nei mesi più duri, è indubbio secondo Afrim Caslli (Nursind Udine), che rileva come il problema di violenze e aggressioni sia «molto sentito dai sanitari, soprattutto da quelli che sono in prima linea, in Pronto soccorso, al 118, ma anche fra gli infermieri che operano sul territorio. Ma non è colpa dei dipendenti se c'è carenza di personale. Chi va in Pronto soccorso e non conosce il sistema, non sa che un codice bianco può aspettare anche 5-6 ore, così se la prende con il primo che vede, l'infermiere del triage». Caslli ricorda il sondaggio di qualche anno fa, che segnalava già allora un incremento significativo di violenze fra gli operatori, ma ora l'aumento è ben più rilevante. «Probabilmente è anche legato al Covid. Siamo preoccupati».

RISARCIMENTI
Negli ultimi due anni sono stati pagati oltre 11 milioni di euro per risarcimenti liquidati in conseguenza di danni biologici subiti dai pazienti, poco meno della metà dei 24 milioni complessivi degli ultimi 5 anni. Nel 2020 sono stati pagati 6,385 milioni e nel 2021 5,245: somme che includono anche risarcimenti per episodi passati relativi ad Aziende ora confluite in AsuFc. Se dal 2020 al 2021 c'è stato un decremento, è da registrare un aumento rispetto all'era pre-Covid (4,6 milioni nel 2019, 1,9 milioni nel 2017).
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci