La vendemmia è più "povera": la qualità c'è ma la quantità è in calo del 15%

Lunedì 22 Novembre 2021 di Lisa Zancaner
foto di repertorio
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UDINE - Il clima è stato più che mai “pazzerello” e imprevedibile, ma anche quest’anno in Friuli Venezia Giulia la vendemmia chiude con un’annata complessivamente buona e che vede produttori ed enologi complessivamente soddisfatti. Certo, si registra – ma sono ancora stime provvisorie – un calo del raccolto del 10-15% rispetto al 2020. “I questi giorni sono in corso le dichiarazioni di raccolto - spiega Marco Malison, responsabile del comparto vino di Coldiretti Fvg – dati certi, dunque, ancora non ce n’è, ma pare sia confermata la previsione iniziale che vede, appunto, un leggero calo rispetto agli scorsi anni”.

Si tratta di un calo calcolato sulla media complessiva, perché la percentuale aumenta nelle aree collinari. “E’ stata confermata la valutazione sulla differenziazione tra gli impianti irrigati e quelli privi di sistemi d’irrigazione – precisa Malison – dove le viti hanno sofferto della siccità estiva e dove il calo è più evidente”. Anche quest’anno, quindi, si è riproposto un problema affatto nuovo: la necessità di portare acqua nei vitigni collinari. “E’ un’operazione possibile – afferma Malison – tant’è vero che i Consorzi di Bonifica, in particolare quelli della Pianura Friulana e Isontina stanno lavorando per la creazione di invasi per la captazione dell’acqua piovana destinata all’irrigazione di soccorso”. 


CARENZE


Da tempo Coldiretti denuncia impianti in parte assenti, in parte obsoleti e già qualche anno fa aveva ipotizzato un investimento da 300 milioni di euro per le infrastrutture a cui fece seguito una seconda ipotesi, messa sul tavolo dall’ex presidente della Regione, Debora Serracchiani utilizzando fondi comunitari. Poi, nuova giunta, nuova vision e la strada è stata definita “non è percorribile”.dall’assessore regionale alle risorse agroalimentari Stefano Zannier, dato che 300 milioni la Regione a bilancio non ce li può avere. Di opere finanziate, comunque, ci sono state e ci sono ancora e a realizzarle sono i Consorzi, ma non senza difficoltà: “Si tratta di procedure complesse dal punto d vista amministrativo – precisa Malison – e servono investimenti importanti. Speriamo che xon il Pnrr si riescano a trovare risorse per portare a termine questi progetti che sono fondamentali e non solo in collina, ma anche in alcune zone di pianura come la Bassa Friulana”. 


ETICHETTE


Problemi a parte, cosa ci si deve aspettare in bottiglia? “C’è stato un momento a fine agosto in cui ci siamo preoccupati per l’effetto della siccità sulla fase vegetativa delle piante – dice l’esperto – poi le piogge hanno ristabilito la situazione e le importanti escursioni termiche hanno favorito la formazione degli aromi. L’impressione è che ci troviamo di fronte a prodotti profumati e alcuni con gradazioni abbastanza elevate”. Buone varietà aromatiche, dunque, dai Sauvignon ai Traminer e le Malvasie e con sempre meno necessità di interventi post raccolto: “oggi si va verso vini sempre più naturali – commenta Malison – intervenendo il meno possibile in cantina”. La previsione è buon anche per i vini rossi, per le cui uve la vendemmia si è protratta più a lungo del solito. “il tempo è stato clemente – spiega ancora l’esperto – per cui è stato possibile lasciare in campo le uve rosse a lungo e questo ha favorito le componenti fenoliche che danno colore e corpo al vino”. Nel complesso, dunque, quella del 2021 è stata una buona vendemmia, degustare per credere. Ora s’incrociano le dita per un buon andamento del mercato, sperando che ci siano n futuro ulteriori stop dovuti a una recrudescenza della pandemia.

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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