Udine. Il vicesindaco Alessandro Venanzi: «Sogno il concerto di Vasco allo stadio nel 2024»

Sabato 10 Giugno 2023 di Camilla De Mori
Il vicesindaco Alessandro Venanzi

I grandi concerti di nuovo allo Stadio Friuli dal 2024, ma anche la possibile candidatura alla segreteria del Pd Fvg e le ambizioni da primo cittadino (mancato) tenute nel cassetto in nome della «capacità di squadra». È un Alessandro Venanzi a valanga quello che si confida a Il Gazzettino.


Riporterete i grandi concerti allo stadio nel 2024?
«Mi piacerebbe molto.

Abbiamo una regione, professionisti e imprenditori che sono in grado di tornare a portare i grandi nomi che a Udine mancano da tanto tempo. Penso a Madonna, ai Coldplay. L’ultimo concerto che io ho visto allo stadio è stato quello degli Ac/Dc nel 2010. Vediamo la risposta dei friulani al concerto di Tiziano Ferro, ma penso anche ai moltissimi udinesi che sono andati a Bologna per Vasco. Abbiamo uno stadio da 25mila posti: da Ferro ce n’erano 22mila...».


Quale concerto sogna di portare a Udine?
«Il grande sogno sarebbe riportare proprio Vasco».


Il dialogo è iniziato con l’Udinese?
«Per ora non ho telefonato alla società ma è chiaro che nel contratto ci sono queste condizioni, con tutte le dovute premure del caso».


Caso zolle dopo Udinese-Napoli: avrebbe fatto la battuta di De Toni?
«De Toni ha una grande capacità di sdrammatizzare e lo ha fatto anche allora. Purtroppo ci sono state delle provocazioni durante l’invasione di campo ed era prevedibile che accadesse quella roba lì».


Ma la battuta sulle zolle, lei, l’avrebbe fatta?
«Non ho la capacità di satira del mio sindaco».


Il dialogo con l’Udinese è già ricominciato per lo stadio “4.0”?
«Sì, il dialogo è appena iniziato».


Uno dei suoi primi post dopo le elezioni la vede con la fascia tricolore. Pensa mai che sarebbe potuto essere sindaco?
«Credo che l’ambizione sia una cosa fondamentale per chi partecipa alla vita politica. Ma non dev’essere mai utilizzata per portare avanti questioni squisitamente personali, ma l’idea di collettività di un gruppo. Questo è stato l’esempio più eclatante. Se abbiamo vinto è perché siamo stati in grado di guardare l’obiettivo finale. La capacità di squadra e non le singole ambizioni».


Ma ci riproverà?
«No, io penso a fare molto bene “h 24” il vicesindaco».


Con tutte le deleghe di peso che ha, molti dicono che è un sindaco ombra. Si sente tale?
«No, che il peso mi rimpicciolisce anche la statura nel tempo (sorride ndr). In politica, l’importante è non perdere voti».


Ha intenzione di dimettersi dal consiglio? Gli assessori del Pd si dimetteranno?
«Questa scelta deve rispettare le sensibilità dei singoli e dev’essere una decisione condivisa con il gruppo. Non è in questo momento nell’agenda delle priorità».


Sembra che non tutti pensino di farlo subito, anzi.
«Mi pare che ci sia una grande incertezza. Io non ho preclusioni, ma dovremo discuterne insieme».


Come procede la sua candidatura a segretario regionale del Pd?
«Non procede. Mi sto dedicando come detto “h 24” a fare il vicesindaco di Udine».


Nessuna ambizione?
«È sempre positivo averne, ma c’è ancora tempo per discuterne. C’è molto tempo per presentare la candidatura: scade a metà luglio».


Fra gli eventi più finanziati dalla Regione ci sono degli eventi “big” come Friuli Doc. Durante la campagna gran parte della maggioranza aveva detto “basta grandi mostre e grandi eventi”. Cosa taglia e cosa tiene? Ein Prosit va mantenuto?
«Sì, va mantenuto. Quello che c’è non lo dobbiamo sottrarre, dobbiamo aggiungere».


Friuli Doc come va cambiato?
«Ognuno gioca al gioco del cambio. Io ci ho provato mettendoci molta cultura, ma è ovvio che l’attenzione va sui prodotti. Meglio mettere in sinergia tutta la rete produttiva che c’è dietro e far rete con quelle realtà».


Con meno cultura quindi?
«Oggi la cultura è stata totalmente eliminata. Ci saranno mostre, artisti, concerti, ma non si deve perdere di vista la sua vocazione originaria di festa popolare, che però oggi deve avere l’ambizione di rappresentare il Friuli, che produce il 52% del Pil».


Ci sarà un tocco personale sulla Notte bianca del 1. luglio?
«Tengo molto al Concerto del risveglio. Stiamo lavorando su vari nomi».


I commercianti si lamentano di orari e regole per il carico e scarico.
«Più che andare a vedere il dito, andiamo a vedere la luna. Bisogna avere il coraggio di fare grandi scelte. Il tema delle aree pedonali interessa tutti perché crea attrattività».


Ci sono già polemiche sulla pedonalizzazione di piazza Garibaldi.
«Dobbiamo avere un’idea complessiva e fare un grande progetto che passa anche per queste modalità, ma lavorare su interventi singoli penso che non interessi a nessuno di noi e principalmente a Marchiol. Si deve fare un ragionamento complessivo e credo che lo stia facendo».


Lei ha detto di essere l’unico che ha fatto il militare in giunta. Ha provato imbarazzo quando De Toni è arrivato in ritardo al passaggio della stecca?
«No. Si è capito che il sindaco ha sfilato fino alla fine: probabilmente non era stato informato della necessità di fermarsi a metà percorso».


Paola Del Din compirà 100 anni ad agosto. Come pensate di festeggiarla?
«Come non lo so. Non ne abbiamo parlato, ma la festeggeremo. La città la festeggerà». 


Chiara Dazzan ha detto che, fra i colleghi di giunta, sceglierebbe lei per una cena. Lei con chi andrebbe a cena?
«Ricambio con la Dazzan: devo spiegarle alcune cose sul vino».


E un caffè?
«Per eleganza, uscirei dalla sfera del Pd. Il caffè con Gea Arcella, persona di grande cultura che ha competenze complementari alle mie: ho molto da imparare».
Un viaggio?


«Non posso andarci con una donna, perché le sentirei da mia moglie (sorride ndr). Ma per lo spasso che avrei, ci andrei sicuramente con De Toni».

Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 12:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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