Udinese. Il rigore della vergogna. Bergonzi: «Non c'era nulla da fischiare»

Martedì 15 Marzo 2022 di Guido Gomirato
Udinese. Il rigore della vergogna: un video dimostra che non esiste

Il capolavoro che l'Udinese aveva costruito mattone su mattone contro la Roma, con il contributo di tutti, è stato sfregiato al minuto 94 dal quarantenne arbitro Marco Di Bello di Brindisi, che ha concesso alla Roma un inesistente calcio di rigore.

La trasformazione conseguente di Pellegrini ha consentito ai giallorossi, ormai agonizzanti e rassegnati al peggio, di salvare una domenica per loro opaca.


ERRORE GRAVE

Un errore da matita rossa, anche se qualcuno plaude alla decisione del fischietto pugliese. Vedi Stefano Saccani, opinionista alla Domenica sportiva, che ha addirittura definito probabilmente volontario il presunto fallo di mano commesso da Zeegelaar. Lo stesso Saccani ha frettolosamente ha liquidato in poco tempo un altro grave errore arbitrale, quello commesso da Guida in Torino-Inter che non ha punito con il rigore a favore dei granata un evidente intervento di Ranocchia su Belotti, dando la responsabilità al Var di non essere intervenuto. Per un altro ex direttore di gara, Mauro Bergonzi, sino al 2014 in attività (è stato pure internazionale), invece non ci sono dubbi: il rigore che ha sfregiato il capolavoro è un errore di Di Bello.


LA TESI

«In quel caso non era assolutamente da fischiare la massima punizione, che non è contemplata dai parametri legati al fallo di mano ha spiegato il genovese. In primis non c'era alcuna distanza tra Zeegelaar e Shomurodov. Poi perché la mano non va verso il pallone, ma viceversa. La mano stessa di Zeegelaar non è sopra le spalle. No, non trovo alcun parametro credibile, e lo ripeto ancora, per giustificare il provvedimento di Di Bello». Poi arriva la sintesi: «È stata una decisione ingiusta - incalza Bergonzi -. Ho notato anche che non ha concesso subito il rigore, probabilmente è stato l'assistente Meri (quello che coadiuvava il fischietto brindisino dal lato della tribuna, ndr) a consigliarlo di assegnare il tiro dagli 11 metri agli ospiti». Non è finita. «Aggiungo che Di Bello, dalla posizione in cui era venuto a trovarsi, non poteva vedere il presunto contatto mano-pallone, perché è il corpo dei due giocatori che gli fa da schermo - precisa l'ex internazionale -. Quando un arbitro indica il dischetto del rigore al minuto 94 deve trovarsi in posizione ideale, per poter decidere senza ombra di dubbio. Per questo episodio reputo negativa la sua direzione».


FUTURO

In casa bianconera non c'è il tempo per piangersi addosso, anche se l'errore di Di Bello quasi sicuramente vanificherà i fieri propositi dell'Udinese di puntare alla decima piazza occupata dal Sassuolo, che dal canto suo non è andato oltre il pari contro la Salernitana. Ora la squadra avrebbe potuto essere a otto lunghezze dagli emiliani, con due gare da recuperare, e quindi con le carte in piena regola per annullare il gap. A questo punto serve un'immediata reazione per bissare la prestazione notevole di domenica alla Dacia Arena. Solamente così l'undici di Cioffi potrà sperare di mettere la museruola al Napoli sabato pomeriggio, nell'anticipo al Maradona, proprio come fece tre turni fa al Milan. Può farcela, perché di questi tempi la squadra va che è un piacere ed è propositiva, creativa e veloce. Molina, Deulofeu e Pereyra garantiscono fantasia, giocate d'autore e gol. Ma anche il centrocampo, con Makengo sempre più convincente (pure Jajalo merita un plauso, perché non ha fatto rimpiangere Walace), ha cambiato volto. Senza scordarsi della difesa, che anche con la Roma ha protetto con efficacia Silvestri, impegnato solamente con conclusioni telefonate e cross laterali. Manca ancora all'appello Beto, poco appariscente anche domenica, che mai ha visto la porta. Lo ripetiamo: un periodo d'involuzione capita a chiunque, specie agli attaccanti. Il portoghese non è un problema.

RIPRESA

I bianconeri sono tornati a lavorare ieri mattina. Coloro che sono scesi in campo contro la Roma hanno svolto esercizi defatiganti in palestra, mentre gli altri sono stati sottoposti a un intenso lavoro al Bruseschi. Per sabato è assai difficile che possa recuperare Success (se ne riparlerà dopo la sosta), mentre per Perez la decisione è rimandata a giovedì o venerdì.

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