Pronto soccorso preso d'assalto, in un pomeriggio boom di pazienti e solo 4 dottori

Mercoledì 14 Dicembre 2022 di Camilla De Mori
Udine, pronto soccorso preso d'assalto, in un pomeriggio boom di pazienti

UDINE - Pronto soccorso di Udine preso d'assalto. Lunedì, nel pomeriggio, si è toccata quota cento pazienti. E ieri mattina i sanitari si trovavano a gestire ancora un'ottantina di malati. Con solo 4 medici e un manipolo di infermieri.

Fra l'influenza (e il picco ancora non è stato raggiunto), il fine settimana (quando gli studi dei medici di base sono chiusi) e il ponte festivo, nel weekend il Pronto soccorso è andato in overbooking, tanto che AsuFc è corsa ai ripari, aggiungendo già domenica 9 posti letto di Medicina d'urgenza.


I MEDICI
«Il problema - spiega Luca Lattuada, direttore del Dipartimento di assistenza ospedaliera di AsuFc - riguarda tutta Italia. Non c'è una ragione sola. C'è l'influenza, ci sono pochi medici e infermieri, ci sono stati quattro giorni di festa, i pazienti fanno fatica a trovare i dottori di base. Oggi (ieri ndr) sta andando un po' meglio». L'Azienda ha incrementato i letti: «Abbiamo aumentato di 9 i posti in Medicina d'urgenza, che così sono saliti a 33», conferma. Ma già ieri pomeriggio i posti extra, spiegava ancora Lattuada, erano «scesi a 7. Segno che la marea forse sta scendendo». I posti-polmone hanno tamponato la situazione. «Lunedì siamo arrivati a 99-100 pazienti in carico nel pomeriggio - chiarisce il direttore del Pronto soccorso Mario Calci -. Abbiamo avuto un'affluenza importante nel fine settimana. Poi, il lunedì è sempre una giornata impegnativa in reparto». Ieri i flussi erano «un po' meno importanti, ma continuiamo ad avere in gestione 80 malati - diceva ieri mattina -. La mattina dovrebbero essere 20-30. Se sono così tanti alle 10 vuol dire che non è stato smaltito tutto il carico della notte. Adesso abbiamo 14 persone in lista su un totale di 79 pazienti. Vuol dire che 65 sono in carico. Una quota di queste persone è ancora in attesa di essere ricoverata». A rendere tutto più difficile è la nota mancanza di sanitari. «Siamo sempre in carenza di personale medico. Abbiamo avuto anche diverse malattie. Siamo in quattro operativi in Pronto soccorso, ma uno è dedicato all'area Covid, dove i malati contagiati sono 14. Da una ventina di giorni nel Pronto soccorso Covid ci sono sempre più di 10 pazienti con il virus, che hanno altre patologie», prosegue Calci. Viene da chiedersi cosa accadrà fra due settimane.


I NUMERI
Lunedì verso le 16.45 si sono toccati i 97 pazienti, di cui 60 in trattamento (con 10 codici rossi) e 37 in attesa. La marea in entrata (per citare Lattuada) nella serata di lunedì ha raggiunto i 98 (con 11 codici rossi) alle 18.45: di questi 44 erano in attesa e 54 in trattamenti. Ieri poco prima delle 17 c'erano 77 pazienti in carico (di cui 4 in codice rosso e 24 in arancione) di cui 27 in attesa, con un tempo medio di 1 ora e 17 per i codici arancioni, 3 ore e mezza per i verdi e 2.45 per quelli azzurri. In serata, ieri, verso le 20.45 i malati erano scesi a 70, di cui 30 in attesa.


LE REAZIONI
«Lo stato di sofferenza in cui versano i Pronto soccorso per la pressione esercitata dall'eccessivo sovraccarico di pazienti, a cui il personale è sempre più costretto a dare risposte a bisogni di salute anche non soddisfatti altrove e sempre più spesso anche di natura sociale, rappresenta la cartina al tornasole delle aumentate criticità in primis dei servizi territoriali, legate alle carenze di personale. Di fatto il pronto soccorso rappresenta il collettore finale in cui si manifestano visibilmente le criticità degli altri servizi del sistema», rilevano Massimo Vidotto e Giuseppe Pennino della Cisl Fp. E il presidente Simeu Fvg Lorenzo Iogna Prat parla di «situazione sempre più critica in tutti i Pronto soccorso, già con il personale sotto la linea di galleggiamento. L'aumento degli accessi di pazienti che necessitano di ricovero e l'insufficienza dei posti letto disponibili aggravano l'ormai cronico grave sovraffollamento. Queste condizioni determinano gravi disagi per pazienti e personale ed accelerano la fuga dei professionisti verso servizi ritenuti meno gravosi. Temo che con l'avvicinarsi del picco influenzale rischiamo di rivedere code di ambulanze fuori dai Pronto soccorso».
A preoccuparsi della situazione è Eleonora Meloni (Pd): «Ci chiediamo chi ascolta il grido di dolore dei nostri professionisti della salute. Certo non Fontanini, altrimenti avrebbe già convocato l'assessore Riccardi. Ecco un altro potente che compare solo quando c'è da tagliare nastri». A chiedere alla Regione di «cambiare rotta» è anche la consigliera regionale del Pd Mariagrazia Santoro.
 

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