Sono 200 le aree degradate di Udine da recuperare: ecco i luoghi storici caduti nel dimenticatoio

Domenica 18 Aprile 2021 di Alessia Pilotto
L'ex Dormisch
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UDINE - A Udine ci sono circa 200 aree dismesse o degradate, pubbliche e private, che il Comune ha mappato con l’intenzione di intervenire per recuperarle e riqualificarle.

La maggior parte si trova in periferia, dalla ex Safau di via Lumignacco, all’ex Encia di Sant’Osvaldo, passando per le varie ex caserme, ma alcune sono anche in centro, come gli edifici che una volta ospitavano i cinema, tra cui Odeon, Ariston e Puccini, l’ex Dormisch o luoghi come Piazza Primo Maggio e Largo delle Grazie, dove il problema non è il degrado, quanto la mancanza di identità e di collegamento con il patrimonio architettonico circostante. 


ELENCO

La lista è frutto di un’analisi del territorio condotta nell’ambito delle attività di aggiornamento e revisione del piano regolatore e portata avanti in diverse fasi: dalla definizione della scheda e dei dati di rilevamento, alle indagini sulla proprietà di aree e immobili; dai sopralluoghi e dalla riprese fotografiche, alla georeferenziazione del degrado, per arrivare poi alla compilazione del database di edifici e compendi dismessi e alla redazione delle singole schede e delle planimetrie. Nell’elenco si sono alcuni dei luoghi che da anni fanno discutere e per qualcuno di essi ci sono già alcune soluzioni, come la ex Bertoli a nord della città o la ex Dormisch di via Bassi, entrambe in mano ai privati. Compare, ovviamente, anche la ex Safau, che l’amministrazione vuole riqualificare nell’ambito di Udine2050, il mega piano di interramento della ferrovia per cui si punta al Recovery Plan. Per quanto riguarda le aree individuate in centro, si tratta soprattutto di edifici, alcuni privati, come Casa Pasquotti Fabris in via Canciani (vincolata dalla Soprintendenza), altri pubblici, come Casa Cecconi in viale Trieste. In questa sezione, sono registrati anche l’ex Distretto militare di viale Ungheria, l’ex sede regionale di via San Francesco, l’ex sede delle associazioni di piazza XX Settembre (che il Comune sistemerà a breve), le ex latrine pubbliche di vicolo Sottomonte e l’ex ambulatorio d’infanzia di via Manzoni. Il gruppo più nutrito di voci (145) è riferito all’ambito esterno, con molte aree un tempo produttive: l’ex Romanelli di via Calatafimi, l’ex battiferro San Bernardo, l’ex Gervasoni Scaini di via Gervasutta o le Officine Chiarandini di via Cividale; in questa lista sono compresi anche quelli che furono i cinema Capitol e Cristallo, nonché le caserme Piave (che diventerà bosco urbano), Friuli, Spaccamela e Berghinz. Infine, la lista delle aree pubbliche, che comprende molti scali ferroviari (dal Partidor, a Vat, fino all’ex tracciato Udine-Majano) e alcuni luoghi del cuore cittadino, come le piazze San Cristoforo, Duomo, Venerio e XX Settembre, tutte valutate come mancanti di identità. 

I CITTADINI

Palazzo D’Aronco ha deciso di dare il via ad una fase partecipativa; l’amministrazione, infatti, vuole coinvolgere cittadini e consigli di quartiere che, entro il 31 maggio, possono segnalare eventuali ulteriori aree e immobili da riqualificare. In questo senso, l’oggetto della segnalazione deve rispondere a determinate caratteristiche: per quanto riguarda le aree produttive dismesse (industriali, artigianali, terziarie o commerciali), è necessario che l’attività sia cessata da oltre 5 anni su più del 50 per cento delle superfici; per quanto riguarda invece, le zone a destinazione diversa, possono essere agricole (con dismissione ininterrotta per più di 5 anni), a servizi pubblici o insediamenti residenziali, arre in stato di abbandono o di degrado o aree ed edifici che rappresentino segni del passato meritevoli di recupero e valorizzazione.

Ultimo aggiornamento: 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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