Legge salva-suicidi: coppia pagherà il debito "di meno" e tutto a rate

Mercoledì 3 Luglio 2019
Legge salva-suicidi: coppia pagherà il debito "di meno" e tutto a rate
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UDINE - Prima il marito aveva dovuto lasciare le forze dell'ordine per motivi di salute. Poi l'attività della moglie, che gestiva un ristorante, aveva avuto una crisi e la donna era stata vittima di una truffa. Una coppia di coniugi, entrambi di circa 50 anni, all'epoca residenti in provincia di Como, ora trasferitisi in provincia di Udine, con due figli minorenni a carico, accumulato un debito di ben 176 mila euro. Debito che ora la famiglia potrà ora estinguere con una somma più bassa grazie alla procedura di liquidazione del patrimonio cui sono stati ammessi recentemente dal Tribunale di Udine.

Marito e moglie, assistiti dallo studio legale Pagano & Partners, si sono infatti appellati alla legge 3 del 2012, la cosiddetta legge «salva-suicidi» per cui ora, spiega in una nota lo studio legale, «pagheranno 72 rate mensili da 200 euro (14.400 euro in tutto) e tra sei anni, dopo aver venduto anche l'auto del valore di 5.500 euro con cui oggi si spostano, saranno completamente liberi dai debiti. Poi potranno ricominciare una nuova vita, con la speranza di un futuro migliore».

La normativa invocata dai coniugi stabilisce per i soggetti non fallibili il principio secondo cui i debiti e i diritti dei creditori non possono impedire a chi li ha contratti di condurre una vita dignitosa.
Il giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Udine ha riconosciuto nel decreto con cui ha omologato la procedura che «il debitore è in stato di chiaro sovraindebitamento perché ha debiti per oltre 176mila euro, è titolare di un solo bene mobile registrato, una pensione Inps e reddito da lavoro dipendente che non sono sufficienti nell'immediato a formare la fonte finanziaria con cui estinguere, senza rilevante difficoltà, le obbligazioni esistenti». «Quei 176 mila euro», sottolinea l'avvocato Pagano, che ha seguito il caso con il collega Matteo Marini, «i miei assistiti non avrebbero mai potuto pagarli. Lui, infatti, dal 2009 - quando aveva circa 40 anni - si è mantenuto con lavori saltuari e oggi percepisce una pensione da cui già viene detratto il quinto. Lei, invece, nel 2014 ha dovuto cedere a un prezzo irrisorio la sua attività, che non funzionava, dopo aver provato a darla in affitto e non essere mai stata pagata. Il risultato è che ora vivono in affitto con la sola pensione di lui e con questa mantengono anche i due figli». «Alla fine del piano stralcio con la liquidazione del patrimonio del debitore sovraindebitato in forma incolpevole, effettuato sulla base del calcolo di quanto guadagna e di quanto è necessario per il mantenimento della famiglia - spiega ancora l'avvocato Matteo Marini -, se avrà pagato le somme previste
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