La polizia stradale di Gorizia e il Corpo forestare regionale del Friuli Venezia Giulia durante uno specifico servizio di contrasto al fenomeno del commercio illegale di cuccioli di animali da affezione – svolto congiuntamente col coordinamento del Centro operativo autostradale di Udine –– nel pomeriggio del 2 giugno al casello autostradale di Palmanova (Udine) all'interno di un furgone, condotto da A.B., ha rinvenuto trentanove cuccioli di diverse razze di cani, tra cui barboncini, cocker, bulldog francese, husky siberiano, spitz, cavalier king, maltese, boston terrier, shiba inu, golden retriver, teckel, inoltre un gatto di razza bengal, ed un centinaio di criceti. Nel corso del controllo dei documenti gli operatori richiedevano al conducente, che proveniva dall’ungheria, i passaporti e la documentazione sanitaria degli animali.
All’apparenza i documenti sembravano tutti regolari, per cui il trasporto poteva essere legittimo. il conducente, titolare di due negozi di vendita di animali in Lombardia, giustificava il trasporto per motivi commerciali, esibendo anche i documenti degli animali. Gli agenti – insospettiti dal fatto che i cuccioli apparivano troppo piccoli, per cui non idonei ad essere ancora commercializzati (come è noto devono avere quasi 4 mesi di età tra lo svezzamento ed il periodo dell’anti-rabica) facevano intervenire sul posto i veterinari dell’azienda sanitaria del distretto di Palmanova e per procedere agli ulteriori accertamenti il personale operante si portava presso il canile sanitario di Udine, dove gli animali venivano sottoposti ad accurata visita medica. nel corso degli accertamenti emergeva che l’età dei cuccioli non era compatibile con quanto dichiarato nella documentazione.
E' pertanto scattata la denuncia verso il conducente, responsabile dei reati previsti e puniti dagli articoli 4 della legge 201/10 (legge riguardante la protezione degli animali da compagnia) e per uso di atto falso. tutti gli animali sono stati sottoposti a sequestro penale ed affidati in custodia al canile sanitario di Udine.
I cuccioli, immessi sul mercato, avrebbero fruttato un controvalore commerciale pari a circa 60.000 euro. del fatto è stata subito notiziata la Procura di Udine, quale autorità giudiziaria competente.
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