Tonfo degli alberghi per la pandemia, crisi senza fine

Venerdì 14 Maggio 2021 di Lisa Zancaner
Crisi da covid per gli hotel

UDINE - Gli alberghi di Udine chiudono il primo quadrimestre 2021 con il segno meno e fanno il tonfo nei mesi di marzo e aprile con perdite il cui recupero è considerato «fuori da ogni portata» per gli addetti ai lavori.

Basti pensare che nei primi mesi del 2019, era pre-Covid, una camera in un 4 stelle a Udine costava 91 euro e l'R.O. (occupazione camere) era del 64,5%. A marzo 2021 l'occupazione superava di poco il 30% e una stanza costava 75 euro.


I DATI
Se già gennaio aveva segnato un pesante -27% in termini di occupazione delle camere rispetto a gennaio 2020, febbraio ha visto una flessione più contenuta del 13%. Per marzo, invece, secondo i dati di Italian Hotel Monitor, che analizza ed elabora la performance dei maggiori capoluoghi di provincia italiani in termini di movimento alberghiero, il confronto viene fatto con lo stesso mese del 2019. I numeri sono decisamente sconfortanti: -30,2%. Ancora più pesante il bilancio fatto dagli stessi albergatori. «Quest'anno, nei primi 120 giorni a Udine le presenze sono state del 30% negli alberghi a 4 stelle e del 27% nei tre stelle afferma Edoardo Marini, titolare dell'hotel Là di Moret Sul 2019, quindi, siamo già in perdita del 50-60%. Impossibile recuperare. La stagione ormai è alle porte aggiunge e ancora non si sa quando sarà possibile aprire tutto e quanti turisti dell'ultima ora si potrà intercettare».


GLI EVENTI
È l'anno, questo, sui cui puntare al turismo di prossimità, ma è un obiettivo che, secondo Marini, non premia tutti. «È un tipo di turismo verso cui indirizzarsi per le strutture di mare e montagna, ma il problema rimane per gli alberghi che sono aperti tutto l'anno, quelli delle città, in maggiore sofferenza oggi». Se tornare ai livelli pre Covid appare impossibile, a un piccolo margine di recupero si può ambire puntando sugli eventi e le manifestazioni, richiamo per i turisti, ma non facili da portare avanti quest'anno. «Basti pensare puntualizza Marini agli europei di calcio Under21 del 2019, un anno da ricordare». Le manifestazioni sportive di un certo livello fanno la differenza, così come le mostre. Udine è un salottino e più che la sua attrattività, contrazioni o miglioramenti nell'andamento degli alberghi dipendono da queste situazioni. «Questa città non vive di singoli segmenti turistici. Il nostro fatturato è composto da un puzzle dove gli eventi hanno un'incidenza molto forte», dice ancora Marini, accogliendo favorevolmente il tavolo permanente e periodico tra l'assessore regionale al turismo Sergio Bini e i quattro Comuni capoluogo per costruire una programmazione turistica in sinergia con la Regione e PromoTurismoFvg. «Ben venga afferma ma devono essere coinvolte anche le categorie, non solo le istituzioni».


I QUATTRO TREND
Al di là di eventi e innata attrattività, oggi sono anche altri i capisaldi su cui puntare. Secondo gli esperti di Trademark Italia, infatti, se le previsioni di un pieno recovery per il turismo si attestano al 2025, non è esagerato pensare che già dalla seconda metà del 2021 si avvierà una ripresa del movimento turistico, chiaramente limitata a viaggi e spostamenti di prossimità. Questo perché la fiducia dei viaggiatori è tutta da ricostruire. È dunque essenziale per le strutture ricettive rigenerare un rapporto fiduciario con gli ospiti mettendo in pratica alcune semplici regole, a partire dal rispetto degli standard di salute e sicurezza, passando per la tecnologia al servizio del low-touch. I servizi contactless sono in aumento e gli alberghi stanno sviluppando modalità sempre nuove: check-in e check-out mobile, e chiavi delle camere attivabili tramite smartphone, che piacciono soprattutto ai turisti più giovani. E ancora la ridefinizione di spazi e servizi, fino alla pulizia e alla salubrità che diventano componenti della brand identity di una strutture ricettiva.
 

Ultimo aggiornamento: 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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