Lo storico rifugio resterà chiuso per l'estate 2019: appello alla Regione

Venerdì 19 Aprile 2019 di Tiziano Gualtieri
Lo storico rifugio resterà chiuso per l'estate 2019: appello alla Regione
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TARVISIO - «Sono del parere che l'assalto alle vette non debba considerarsi l'essenziale dell'alpinismo. Camminare in montagna è altrettanto importante. E la sosta, il riposo sui monti, non è da meno». Questo scriveva Julius Kugy, il cantore delle Alpi Giulie, e i rifugi alpini nascono con questa missione: permettere agli alpinisti, ma anche a semplici escursionisti, di trovare un riparo sicuro da dove apprezzare la sana solitudine che solo la montagna sa dare. A volte, però, le cose cambiano e quel luogo può trasformarsi nel monumento alla fragilità a tal punto da veder messa a serio rischio la sua stessa sopravvivenza. È quanto sta accadendo allo storico rifugio Guido Corsi che, a causa di carenze strutturali e funzionali è inagibile e dall'estate 2019 rimarrà chiuso per chissà quanto tempo facendo mancare un importante punto di riferimento non solo agli amanti delle Alpi Giulie ma anche al tessuto economico della Valcanale, del Tarvisiano, della Regione. «L'ultranovantenne rifugio - è il grido di aiuto della Società Alpina delle Giulie, proprietaria della struttura - ha bisogno di un radicale e improcrastinabile lifting e non potrà riaprire».
 
RESTAUROGli interventi sono molti: si va dai rinforzi antisismici ai piani e al sottotetto, alla sostituzione di parenti portanti in legno, da carenze nei servizi igienici a necessari ampliamenti nelle zone adibite a cucina, ristorazione e ricovero invernale. L'obiettivo è far nascere un nuovo Corsi, più sicuro e più adatto al passare del tempo: un'impresa titanica che la Società Alpina delle Giulie non è in grado di sopportare. Troppo gravoso l'impegno umano ed economico. «La sopravvivenza di questa storica realtà è condizionata dal suo radicale restauro»: l'allarme è lanciato nella speranza che a rispondere siano «istituzioni, enti, fondazioni, privati e tutti coloro che vorranno mettersi al fianco per far ritornare operativo il rifugio e restituirlo rinnovato e moderno alla collettività». Il rischio è che il Corsi, uno dei rifugi più alti dell'intero arco alpino friulano con i suoi 1.874 metri, e il suo caminetto rimangano spenti per molto tempo. Da una stima, infatti, ci potrebbero volere tre o quattro anni prima che le porte possano essere riaperte. Il rifugio, da diciotto anni e fino al dicembre scorso gestito da Cristiano Marcucci, potrebbe essere salvato grazie a un concorso di idee lanciato dalla stessa Società Alpina della Giulie e che ha già visto interessati una quarantina di architetti che dovranno dimostrare di avere esperienza nell'ambito di realizzazioni in alta quota considerato che i tempi di lavoro sono ridotti alla sola estate e che la struttura è raggiungibile a piedi o in elicottero.
LA STORIADifficile pensare alle Alpi Giulie senza il Corsi: fin dal 1881 quella zona fu individuata dalla sezione di Villach del Club Alpino Austro-tedesco come luogo ideale per costruire prima un ricovero e poi la Findenegghütte che aprì i battenti il 3 agosto 1902. Dopo la Prima Guerra Mondiale, l'opera si trovò non solo pesantemente distrutta, ma anche in territorio nemico: quella terra era diventata italiana, ma non aveva perso la sua importanza strategica quale punto di partenza per sentieri attrezzati e vie di arrampicata sul gruppo dello Jôf Fuart. La Società Alpina delle Giulie, incaricata di ricostruirlo, il 14 giugno 1925 inaugurò un rifugio intitolato a Guido Corsi, in ricordo di un loro socio e capitano degli alpini, medaglia d'oro al valor militare, caduto nel 1917 sul Monte Grappa. Durante gli anni il Corsi era già stato protagonista di alcuni interventi come la realizzazione della teleferica, la ristrutturazione e l'ampliamento del 1971 che però nulla hanno potuto contro la tromba d'aria che nel dicembre del 2017 ha asportato parte della copertura del tetto danneggiando anche gli spazi interni.
Tiziano Gualtieri 
Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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