Il tartufo mesenterico al centro di un progetto tra Friuli e Umbria: doppia degustazione per conoscere questo presidio

Lunedì 27 Febbraio 2023
Il tartufo mesenterico al centro di un progetto tra Friuli e Umbria: doppio appuntamento per assaporare questo presidio

MOGGIO UDINESE - Un nuovo ambizioso progetto di riscoperta delle risorse agricole del territorio è pronto ad interessare Moggio Udinese e la sua vallata dopo il brovadâr, divenuto presidio Slow Food. Una risorsa ancora poco nota presente spontaneamente nei territori del Friuli Venezia Giulia, in particolare delle aree di competenza del GAL Open Leader, ovvero il tartufo Mesenterico. Se ne parlerà durante un aperitivo culturale con degustazione in programma venerdì 3 marzo alle 18, ospitato al Berlina Coffee & Bar nella cornice storica di Moggio Udinese. Il GAL Open Leader e il GAL Valle Umbra e Sibillini si fanno promotori del progetto di cooperazione interterritoriale La raccolta del tartufo, con l'intento di suscitare rinnovato interesse nei confronti di una risorsa che può contribuire a incrementare un'economia multisettoriale, coinvolgendo aziende agricole, ristorazione locale e operatori turistici della Regione. La varietà di tartufo Mesenterico, infatti, è presente spontaneamente all'interno delle aree di competenza del GAL Open Leader ovvero la Val Canale-Canal del Ferro. Proprio questa varietà di Tuber mesentericum sarà protagonista dell'aperitivo culturale con degustazione. La serata si inaugura al primo piano del locale con un'introduzione a cura dell'Associazione Tartufai del Friuli Venezia Giulia: gli esperti racconteranno le peculiarità di questo prodotto particolare e ricercato. Si prosegue poi con la degustazione di tre assaggi preparati dello chef Roberto Gruden. Il collega Nicola Cosolo spiegherà al pubblico i piatti e la materia prima principale con i quali sono stati creati, ovvero il tartufo Mesenterico. Un calice di vino in abbinamento accompagnerà le tre specialità.
A questo primo aperitivo culturale seguirà un altro evento gratuito aperto a tutti a Montenars: sabato 20 maggio la cucina del tartufo Mesenterico friulano incontrerà il tartufo tipico dell'Umbria.

Il tartufo mesenterico che significa "simile all'intestino" è presente quale specie che vive su terreni ricchi di calcare tipici del territorio, in simbiosi non esclusive con specie molto comuni quali il carpino, il nocciolo ed il faggio. Negli ultimi anni l'Ente parco delle Prealpi Giulie ha individuato nell'Associazione Tartufai Fvg il soggetto con competenza specifica in materia di tartufo in ambito regionale, come riconosciuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, con il quale interfacciarsi per la conoscenza, la ricerca scientifica e la valorizzazione di tale prodotto, anche attraverso la programmazione di specifiche iniziative comuni. La sua caratteristica è l'andamento circonvoluto delle venature della gleba, la sua parte più interna.


IL PERCORSO
È stato descritto per la prima volta nel 1831 dal Vittadini e si chiama anche tartufo nero ordinario e tartufo di Bagnoli (dalla località campana di Bagnoli Irpino). Il periodo di raccolta va dal 1 settembre al 31 gennaio. L'Ascocarpo è di forma arrotondata o irregolare, presenta quasi sempre una depressione basale evidente che, in sezione, ne conferisce il tipico aspetto reniforme. Generalmente di piccole dimensioni, è raramente più grosso di un uovo di gallina. Il peridio è bruno-nerastro a maturità, è verrucosso, con verruche piramidali piuttosto piccole, con spigoli acuti e senza striature trasversali. La gleba è bianca, poi grigiastra, infine grigio-bruna o marrone, con venature bianche immutabili, molto numerose, piuttosto ampie e tortuose, con andamento labirintico che ricorda le circonvoluzioni dell'intestino. Il profumo è molto intenso, fenolico, di tintura di iodio, che si attenua rapidamente dopo la raccolta. Il sapore è intenso, non molto grato e leggermente amarognolo, che diventa gradevole con la cottura. Gli aschi sono globosi, brevemente peduncolati, con 2-6 spore che sono da giallastre a brune, ellissoidali o sub-globose, con ornamentazione reticolato-alveolata ad alveoli incompleti al cui interno si localizzano creste membranose di diversa altezza. Trova il suo ambiente ideale nei noccioleti, faggete e carpineti, dove vegeta su suoli scuri, ricchi di sostanza organica, di potassio e di calcare. Le tartufaie sono sempre poste su pendici o dossi (mai dentro avvallamenti o fossi), in prossimità di erosioni, dove le piante simbionti oltre al nocciolo, faggio, carpino, possono essere il cerro ed il pino nero. A volte si ritrova, ma più sporadico, anche nei querceti misti di roverella e carpino nero. Non forma mai il "pianello" e la fruttificazione, autunno invernale, presenta carpofori superficiali, per lo più isolati e di pezzatura da piccola a media; in alcuni casi anche di pezzatura notevole.

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