Stupro di gruppo a Lignano, i primi esami medici confermerebbero la violenza sulla 18enne

Venerdì 13 Agosto 2021 di Redazione
La spiaggia di Lignano

LIGNANO - Sono da considerarsi “interessanti” secondo gli inquirenti, i risultati degli accertamenti clinici con il kit dello stupro al quale è stata sottoposta la 18enne friulana, vittima della presunta violenza sessuale di gruppo compiuta a Lignano Sabbiadoro tra il pomeriggio e la sera di martedì.

L’esito dell’esame disposto all’ospedale di Latisana ed effettuato mercoledì sera confermerebbe dunque la dinamica raccontata dalla giovane. Sempre secondo gli accertamenti compiuti dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Udine che stanno conducendo l’indagine sotto l’egida della Procura della Repubblica del capoluogo friulano e della Procura dei minori di Trieste, ci sarebbero ulteriori conferme che la ragazza avesse già subìto, la scorsa estate, un rapporto sessuale non consenziente proprio da uno dei giovani che la notte del 10 agosto la ragazza ha incontrato sul lungomare lignanese e che poi l’ha condotta nella casa in cui si è consumata la violenza.


GLI ACCERTAMENTI


I cinque, di età compresa tra i 17 e 21 anni e residenti tra il Veneto, la Lombardia e il Piemonte - sono tutti indagati per lo stesso reato, violenza sessuale di gruppo - tranne uno che non avrebbe, allo stato degli accertamenti, partecipato ai fatti ma è rimasto a guardare finendo quindi iscritto sul registro degli indagati per concorso in violenza sessuale. Ma al momento per nessuno di loro sono state avanzate richieste di misure cautelari. La Procura, allo stato, intende infatti prima vagliare la vicenda in ogni suo aspetto e ricostruire con precisione la dinamica dei fatti. Nei prossimi giorni saranno effettuati gli esami genetici su tamponi e reperti recuperati nell’abitazione di Sabbiadoro dove si sono svolti i fatti, il tutto per poter confermare o smentire scientificamente le versioni finora emerse su quanto accaduto. La ragazza, dopo gli abusi, avrebbe confidato tutto prima ad un amico bagnino e poi ai genitori: il racconto ha poi spinto il padre a recarsi nell’appartamento indicato dalla ragazza e a sfondare persino la porta, visto che nessuno rispondeva. A quel punto i vicini hanno allertato le forze dell’ordine. 
Nel frattempo sono stati sequestrati cellulari ed effetti personali dei cinque. In particolare gli investigatori della Squadra Mobile friulana con la collaborazione dei colleghi del commissariato estivo di Lignano, intendono visionare i cellulari per verificare se nelle chat e nei video ci siano riferimenti alla violenza. 


LE DIFESE


In questo senso, una prima relazione della Squadra Mobile è sul tavolo dei pm della Procura friulana e di quella minorile di Trieste, essendo uno degli indagati un 17enne. I magistrati dovrebbero a breve chiedere che gli indagati siano sottoposti a tampone per estrarne il Dna. Gli avvocati nominati dai cinque ragazzi indagati non hanno ancora incontrato i loro assistiti. Questa circostanza conferma come gli accertamenti siano ancora in una fase preliminare, visto che non sono state raccolte le ricostruzioni da parte degli indagati alla presenza dei loro avvocati. Quattro dei cinque ragazzi - compreso il minorenne - hanno nominato legali del foro di Udine. Soltanto uno dei maggiorenni si è affidato a un avvocato di fiducia, appartenente al foro di Genova. I cinque amici - che nelle dichiarazioni rese agli agenti hanno sostenuto che la ragazza fosse consenziente - hanno lasciato la città balneare dove stavano trascorrendo un periodo di vacanza. Non avendo alcun vincolo di permanenza e non essendo state emesse misure cautelari a loro carico, i ragazzi sono ritornati nelle rispettive abitazioni, in Veneto, Lombardia e Piemonte.


LE REAZIONI 


«Le violenze subite dalle donne sono reati odiosi e basta, che bisogna impegnarsi a prevenire e a reprimere in modo esemplare. Non ci stancheremo mai di denunciare lo scandalo di donne sopraffatte dalla brutalità del branco, tenute nell’ignoranza o oppresse col ricatto economico. Solidarietà e vicinanza alle donne vittime di un orribile pregiudizio maschile, culturalmente distorto e da estirpare». Così la senatrice Tatjana Rojc (Pd). «Dobbiamo lavorare sulla cultura del rispetto e del consenso, e anche della legalità. Dobbiamo lavorare per combattere stereotipi, pregiudizi e la diffusione dell’immagine di una donna oggettivizzata e sessualizzata», aggiunge Guglielmina Cucci, referente del tavol

Ultimo aggiornamento: 11:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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