In Fvg arrivano nuovi treni ma non l'alta velocità: pronti a debuttare i 110 convogli ibridi "Blues"

Giovedì 23 Febbraio 2023
In Fvg arrivano nuovi treni ma non l'alta velocità: pronti a debuttare i 110 convogli ibridi "Blues"

Troppo lenta la transizione ecologica del trasporto ferroviario. Ritardi infrastrutturali, treni poco frequenti, lentezza nella riattivazione delle linee interrotte e risorse inadeguate restano i maggiori talloni d'Achille del trasporto ferroviario in Italia. Ma il Friuli Venezia Giulia rimane comunque tra le regioni più sviluppate, sia in termini di adeguatezza dei convogli, sia di funzionalità delle linee.


I NUMERI
Il numero dei viaggiatori sconta ancora l'effetto Covid: nel 2019 i viaggi al giorno sui treni regionali (di tutti i gestori) e sulle metropolitane avevano superato i 6,1 milioni nel Belpaese, con un incremento del 7,4% tra 2018 e 2019. Incrementi importanti si erano verificati sulle linee regionali in Lombardia, Puglia e anche in Friuli-Venezia Giulia, passati da 21.232 a circa 29mila. Poi il virus. Nella nostra regione sono 225 le corse giornaliere complessive, di cui 191 di Trenitalia e 34 per la Ferrovia Udine-Cividale. Sul fronte della composizione delle flotte, sono 59 i treni in servizio, con una età media di 11,5 anni (migliore della media nazionale) mentre il 18,5% di essi ha più di 15 anni (dopo la Liguria è comunque il dato più basso contro una media nazionale del 43%). Il miglioramento delle flotte di Trenitalia è stato portato dagli inserimenti dei nuovi treni Blues che entro fine 2023 saranno in funzione anche in Friuli-Venezia Giulia.

In tutto si tratta di 110 convogli con motore diesel ma che possono essere sostituiti dalle batterie per entrare nei centri abitati e su linee elettrificate usando il pantografo; una tecnologia ibrida con forte riduzione in termini di emissioni di CO2 rispetto agli attuali convogli diesel.


LE TRATTE
Per quanto riguarda la rete nella nostra regione, la lunghezza totale dei binari raggiunge i 481 chilometri, sono 299 i chilometri a doppio binario, 182 a binario semplice (il 37,8%), 382 quelli elettrificati, 99 quelli senza elettrificazione (un quinto); 56 le stazioni ferroviarie. Mediamente, per il 2021, gli stanziamenti sono stati pari allo 0,57% dei bilanci regionali, in miglioramento rispetto allo 0,34% registrato nel 2020, ma in diminuzione rispetto al 2019. In alcune regioni si è investito per recuperare i tagli effettuati dallo Stato, in altre è come se non fosse cambiato nulla dagli anni 90: tra chi si è impegnato di più ci sono il Trentino Alto Adige, l'Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia, al sesto posto, con lo 0,85%. In termini assoluti poco meno di 50 milioni i fondi regionali destinati al servizio, circa 6 milioni per il materiale rotabile, di cui 5,4 milioni per i treni bimodali destinati a Trenitalia.


IL FUTURO
Sul fronte dei trasporti ferroviari c'è in ballo la velocizzazione della Venezia-Trieste con un lotto prioritario da 246 milioni di euro già stanziati e il completamento da 1.554 milioni, di cui però solamente 32 milioni disponibili. «Il processo di riconversione dei trasporti in Italia spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente è fondamentale. Lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute rispetto al 1990. Per questo è fondamentale invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per la "cura del ferro" del nostro Paese, smettendola di rincorrere inutili opere come il ponte sullo Stretto di Messina. Occorre investire in servizi, treni moderni, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, in linee ferroviarie urbane, suburbane ed extraurbane, potenziando il servizio dei treni regionali e Intercity».

Ultimo aggiornamento: 11:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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