UDINE - Il miracolo ascensori in stazione è durato poco più di dieci giorni.
LE REAZIONI
L'assessore regionale ai Trasporti Cristina Amirante, che si era molto spesa per il debutto dei due elevatori, non nasconde il suo stupore: «Sarà mia cura verificare cosa è successo con i responsabili di Rfi». L'assessore comunale alla Mobilità Ivano Marchiol, che si era battuto per l'attivazione dei due ascensori almeno in tempo per il raduno di Penne nere e che ha promesso battaglia per ottenere anche gli altri elevatori, possibilmente più grandi dei primi due, promette che farà pressing su Rfi: lo stop all'impianto sul primo binario, infatti, dice, «è una notizia appena appresa». Anche la sua collega all'Ambiente Eleonora Meloni esprime il suo disappunto, in primis «da mamma» abituata a spingere passeggini&co, «Paradossale che a distanza di 10 giorni dall'avvio di questo tanto atteso servizio si sia bloccato l'ascensore sul primo binario. Auspichiamo che la direzione di Rfi provveda immediatamente a ripristinare un servizio di fondamentale importanza per la cittadinanza. Speriamo che le lamentele dei cittadini e dell'amministrazione comunale aiutino a fare in modo che il servizio venga prontamente ripristinato. Auspichiamo che si proceda quanto prima anche all'avvio dei lavori per gli altri ascensori sugli altri binari». Per Rosaria Capozzi, consigliera regionale dei Cinque stelle, «nella stazione di Udine Fs non sta per Ferrovie dello Stato ma per "fuori servizio". Il tormentone ascensori in stazione non finisce mai, pareva avesse trovato soluzione per l'Adunata degli alpini, ma il paradigma di fare le cose di fretta non funziona». Dai comitati pendolari Fvg si leva invece la voce di Andrea Palese: «Ci sono voluti tre anni e sei mesi per una cosa del genere, costata peraltro 450mila euro. Un fallimento che dimostra l'incapacità di gestire una situazione complicata. È un servizio pubblico - sbotta -. Non si tratta solo di un servizio per i disabili o per i cicloturisti, si tratta di civiltà. Oggi una persona che ha una valigia grande, se è da sola, a Udine, deve chiedere la carità a qualcuno per farsi aiutare». E non è tutto, perché gli elevatori, come evidenziato da "Il Gazzettino", non sono sufficientemente spaziosi, per esempio, per una bici elettrica. «Sarebbe bastato andare a cento chilometri, a Villach, a copiare un ascensore di dimensioni corrette dove possa entrare una bici - prosegue Palese -. È inutile che la Regione investa milioni di euro per il cicloturismo se poi, la due ruote, i ciclisti, se la devono portare sulla schiena su e giù dalle scale, soprattutto adesso che gran parte dei viaggiatori ha un'e-bike».