Morto in ospedale l'afgano ferito nella sparatoria di Mortegliano

Martedì 9 Giugno 2020 di R.U.
Morto l'afgano colpito alla testa da un colpo di pistola sabato a Mortegliano

MORTEGLIANO (Udine) E' morto in ospedale a Udine, dove era ricoverato da sabato mattina, il giovane rimasto ferito  tra i campi di Mortegliano. Il colpo di proiettile sparato alla testa è stato letale per il giovane afghano di 24 anni, Rahmani Zazai, deceduto nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Udine.
La vicenda potrebbe essere nata da un affare nato in accordo con un connazionale e altri due uomini per l’acquisto di una partita di droga da effettuarsi fuori regione e sfociato forse in una tentata rapina finita male.

Il Gip del Tribunale di Udine ha convalidato l'arresto di Raimondo Raiola, 44 anni, residente a Tricesimo ( Udine), e del cittadino honduregno Wilfredo Fernandez Jeorge, 30 anni, residente a Udine, disponendo per entrambi la custodia cautelare in carcere.

Sono accusati dell'omicidio. «Adesso le imputazioni nei confronti delle due persone in carcere diventano di omicidio aggravato - ha precisato il procuratore di Udine Antonio De Nicolo - in quanto il delitto è avvenuto in concomitanza con un altro reato come la rapina». Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, effettuata sulla scorta dell'incrocio delle dichiarazioni dei due arrestati e del connazionale della vittima - che nella vicenda riveste il ruolo di testimone oculare -, che si trovava assieme a loro, i due cittadini afghani stavano organizzando un viaggio in Piemonte, a Torino, per fare rifornimento di droga. All'incontro preparatorio nelle campagne di Mortegliano i due cittadini afghani avevano portato il denaro contante - circa 8 mila euro - mentre Raiola e Fernandez Jeorge avrebbero dovuto fornire la macchina e il supporto logistico. Zazai è stato minacciato da Raiola per indurlo a consegnare i soldi in suo possesso: è quindi partito un colpo che ha raggiunto la vittima alla testa. 


LA LITE TRA I CAMPI
Racconti che al momento convergono solo sull’epilogo finale ovvero il ferimento di Zazai. Da quanto emerge secondo alcune ipotesi investigative, i quattro avrebbero concordato un acquisto di stupefacente fuori regione, da rivendere successivamente sulla piazza di Udine: partiti assieme a bordo di una Bmw station wagon, a un certo punto ci sarebbe stata una deviazione sul tragitto con l’italiano e l’honduregno (nel ruolo di garanti per l’acquisto della droga) che avrebbero cambiato i piani, puntando a derubare i due afghani del denaro che portavano con loro per concludere l’affare (ai due, già con precedenti per spaccio, sono state sequestrate diverse migliaia di euro). A quel punto gli afghani probabilmente hanno reagito, portando il 44enne a estrarre la pistola Beretta, legalmente detenuta, e a esplodere i due colpi, uno dei quali ha colpito Zazai tra la tempia e l’orecchio.
Poi la fuga a bordo dell’auto, la richiesta di aiuto, la corsa in ospedale per soccorrere il ferito che nel frattempo aveva perso anche molto sangue e il racconto dell’altro afghano,che ha portato i carabinieri del Nucleo investigativo di Udine sulle tracce prima di Raiola e poi nella nottata tra sabato e domenica di Fernandez. I due, accusati all'inizio rispettivamente di tentato omicidio e concorso in tentato omicidio, si trovano nel carcere di via Spalato, in attesa dell’udienza di convalida dei provvedimenti che potrebbe arrivare oggi o al più tardi domani

«PRONTI A COLLABORARE»
Il fascicolo dell’inchiesta ieri è stato trasmesso dalla dottoressa Torresin al Giudice per le indagini preliminari che dovrà pronunciarsi. I due arrestati avevano dato disponibilità a collaborare e a chiarire l'accaduto, mentre i due ora potrebbero essere accusati rispettivamente di omicidio e di concorso in omicidio.

Ultimo aggiornamento: 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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