Nell'internet point il centro dello spaccio agli studenti. Dieci arresti e 17 denunce

Mercoledì 30 Gennaio 2019
Nell'internet point il centro dello spaccio agli studenti. Dieci arresti e 17 denunce
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Una rete di spaccio di hashish, ceduto in piccole dosi anche a giovani studenti, in borgo stazione e nelle piazze centrali di Udine, è stata smantellata da un'operazione antidroga dei Carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Udine che ha portato in totale all'esecuzione di 10 arresti e 17 denunce in stato di libertà di richiedenti asilo provenienti da Afghanistan e Pakistan, oltre a un cittadino marocchino.

Quattro di loro, tre richiedenti asilo originari del Pakistan di 22 e 28 anni, senza fissa dimora, e un connazionale di 35 anni, titolare di un internet point della zona, considerato il principale luogo di incontro tra fornitori e acquirenti, sono stati arrestati nei giorni scorsi in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Udine, Emanuele Lazzaro. Un quinto richiedente asilo, cittadino pachistano, irreperibile, è ancora ricercato. Altri sei stranieri erano già stati arrestati in flagranza durante le indagini.

Le misure sono state chieste e ottenute dal pm Andrea Gondolo all'esito di un'indagine condotta attraverso prolungati servizi di pedinamento, osservazione e controllo, con l'ausilio di attività tecnica di intercettazione, tra settembre 2017 e luglio 2018. Nel corso dell'esecuzione delle misure, che ha visto impegnati 30 militari dell'Arma, sono state denunciate in stato di libertà anche 9 persone, che si aggiungono a 8 denunciate nel corso dell'indagine. L'operazione ha consentito di sequestrare complessivamente 2 chili di hashish.

L'operazione, denominata 'Sadikì, (amico in arabo), dall'epicentro con cui i soggetti coinvolti nell'indagine si appellavano al telefono, ha permesso ai Carabinieri della sezione operativa del Norm di Udine di individuare i richiedenti asilo che procacciavano l'hashish, che arrivava principalmente da fuori regione tramite corriere e veniva poi nascosto nei dintorni della stazione. Da lì gli spacciatori si approvvigionavano dello stupefacente ceduto poi in piccole dosi, da 2, 5 o 10 grammi, nelle zone prossime alla stazione ferroviaria e delle corriere, abitualmente frequentate da studenti. 

Le attività di osservazione avevano consentito di documentare nel periodo di monitoraggio, tra settembre 2017 e luglio 2018, circa 120 cessioni di droga per un ammontare complessivo di 9 chili di hashish, per un valore complessivo, al dettaglio, di 90 mila euro.

Secondo quanto appurato nel corso delle indagini, l'internet point gestito da uno degli arrestati, al cui interno sono stati sequestrati documenti utili a comprovare l'attività di spaccio, telefoni cellulari, personale computer e tablet oltre a 600 euro in contanti considerati provento dell'attività illecita, era il principale luogo di incontro tra fornitori e acquirenti e di deposito del denaro provento dello spaccio. Denaro che da lì sarebbe stato poi trasferito nei Paesi d'origine dei soggetti coinvolti.

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