"Scarpets" con marchio italianizzato: in Consiglio regionale un duello sul friulano

"È un prodotto artigianale riconosciuto: c'è anche il contributo del museo carnico"

Mercoledì 5 Luglio 2023 di Elisabetta Batic
Nella foto pubblicata sui social da Friuli Doc le scarpets, tipiche calzature prodotte in Friuli

Da "scarpets" a "scarpetti" e in Consiglio regionale scoppia la polemica, sollevata dal capogruppo del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo attraverso una interrogazione all'assessore alla Cultura, Mario Anzil. «Pur facendo riferimento a un prodotto artigianale tipicamente friulano, il marchio riporta una nomenclatura priva di ogni riferimento chiaramente identificabile come friulano» attacca Moretuzzo che ha chiesto quali siano le ragioni alla base della scelta di questo marchio «incredibilmente italianizzato».


Il progetto

Si tratta di un progetto del museo carnico delle arti popolari di Tolmezzo che vede tra i suoi partner anche la Regione e che ha come obiettivo la tutela e la valorizzazione della cultura popolare e soprattutto di un sapere antico, radicato alla storia del territorio.

Secondo Moretuzzo «le lingue minoritarie sono uno strumento formidabile di marketing e che si scelga l'italianizzazione perché lo ha fatto uno zelante notaio del 1931 in un documento dotale, è inconcepibile». Dunque conclude: «Auspichiamo un progetto serio di promozione di una calzatura che da sempre appartiene alla tradizione della nostra terra e che passi per il coinvolgimento dei soggetti che la producono, eredi di un artigianato storico».

Posti letto

Sotto accusa anche i posti letto «sottratti agli studenti universitari idonei secondo i requisiti di merito e di reddito che sono stati invece trasformati in mini-alloggi di lusso affittati dall'Ardis» a 400 euro al mese stando all'interrogazione di Giulia Massolino (Patto-Civica). «L'Ardis prosegue la consigliera non intende correre ai riparti e riconferma la stessa linea per il bando appena pubblicato, in scadenza il primo agosto, una scelta che certo non va nella direzione di garantire il diritto a raggiungere i gradi più alti degli studi». Ad assicurare che alloggi e contributi sono destinati a tutti gli studenti è l'assessore all'Istruzione Alessia Rosolen: «Nel bando sono messi a concorso nel comprensorio di Trieste 472 posti alloggio per gli studenti con i requisiti di reddito e di merito richiesti, a cui si aggiungono i contributi alloggio di 1.200 euro per tutti gli eventuali studenti idonei non assegnatari, oltre ai posti messi a disposizione nelle altre sedi didattiche dell'università di Trieste. Quanto all'anno accademico 2022/23 tutti gli studenti idonei, non rinunciatari, hanno ricevuto l'assegnazione di un alloggio o il contributo alloggio sostitutivo di 1.200 euro».

Fine vita

Rinviata a novembre, invece, la discussione in Aula sul fine vita, al centro della mozione di Enrico Bullian (Patto-Civica) e sottoscritta dalle opposizioni tranne i dem Andrea Carli e Francesco Russo. L'assessore alla Salute Riccardo Riccardi ha proposto di approfondire la materia in Commissione avvallato dal governatore Massimiliano Fedriga. Ma si è parlato anche di enti locali grazie a Manuela Celotti (Pd) che denuncia: «Tra carenza di personale nei piccoli Comuni e sindaci che devono sostituirsi alla guida degli uffici, la Giunta Fedriga latita da otto mesi senza dare risposta all'Anci che ha chiesto di rivedere le norme sulla progressione verticale (slegandola dal titolo di studio e legandola ad esperienza e competenze)». I Comuni avrebbero perso dal 2001 al 2020, 2100 dipendenti subendo una fortissima mobilità.
 

Ultimo aggiornamento: 10:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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