UDINE - Un «sistema al collasso», con operatori sanitari ormai «allo stremo», turni spesso da 12 ore e una nuova sede che ancora non vede la luce. Al dipartimento Materno-infantile di Udine, la Uil Fpl denuncia «gravi criticità» che, a detta del segretario Stefano Bressan, finirebbero per riverberarsi «sulla qualità dell'assistenza» che riguarda pazienti particolarmente delicate, come le donne incinte, le neomamme e i loro bebè. Il nodo principe è la carenza di organico. «Mancano operatori in numero adeguato sia per fornire l'assistenza infermieristica e ginecologica alle donne in gravidanza, come anche alle puerpere.
IL PERSONALE
Il segretario UIl Fpl mette in fila i numeri: «Al dipartimento materno infantile di Udine mancano circa 35 infermieri che salgono a una cinquantina se si considerano anche i poli della provincia». Al Santa Maria, nello stesso settore poi «mancano 20 oss e almeno 15 ostetriche». Se si aggiungono anche gli altri presidi della provincia «servirebbero almeno altre 10 ostetriche in più e altre 15 oss». A Udine in difficoltà soprattutto la parte legata agli interventi. «Se si parla delle sole sale operatorie, il numero degli infermieri per essere congruo dovrebbe essere almeno raddoppiato: dovrebbero essere almeno 14», dice Bressan. La Uil pensa poi anche alle pazienti oncologiche. «Nel dipartimento Materno-infantile afferiscono non solo donne incinte e bambini, ma una parte fondamentale è composta anche dall'attività chirurgica di sala operatoria di ginecologia ordinaria e, soprattutto oncologica. Ci chiediamo come possa essere possibile che una Struttura che, per competenza e professionalità chirurgica si pone ai primi posti nel panorama italiano, sia impossibilitata a rispondere al bisogno di salute di pazienti oncologiche che, sistematicamente» a quanto sostiene Bressan, vedrebbero «sforati i tempi di attesa degli interventi chirurgici proposti», nonostante «il continuo sacrificio» e «lo spirito di abnegazione» del personale delle sale operatorie. «Il sistema si trova al collasso». Secondo Bressan anche il pronto soccorso pediatrico farebbe i conti con un sotto-organico non indifferente perché «i numeri sono critici per oss e infermieri»: «I pazienti afferenti al pronto soccorso pediatrico patiscono, nonostante i sacrifici incolmabili degli operatori, un calo qualitativo dell'assistenza, così come le donne partorienti, assistite da un numero troppo esiguo di ostetriche». La Uil preme per nuove assunzioni: «Considerata la carenza di infermieri nel dipartimento Materno-infantile una strada percorribile per sanare in parte la grave situazione potrebbe essere l'assunzione di personale ostetrico per l'assistenza in ambito ginecologico neonatale e per la preparazione e l'assistenza agli interventi chirurgico-ginecologici». Insomma, visto che infermieri sul mercato non si trovano, almeno si rinforzino i ranghi delle ostetriche, che invece sono disponibili e «pronte all'assunzione».
LA DIREZIONE
Il direttore Caporale ammette che sul fronte del personale, «abbiamo avuto varie sospensioni di personale non vaccinato. In particolare i problemi si riscontrano su San Daniele e Tolmezzo. Comunque ci siamo riorganizzati». Per la nuova struttura «ci sono delle procedure amministrative di cui è meglio che il sindacato non si preoccupi. I lavori stanno terminando».
A preoccuparsi per il destino dell'ospedale e per le criticità, dal «pronto soccorso a far le veci del territorio» all'aria emergenza «dissanguata dagli anestesisti in fuga», è anche Salvatore Spitaleri (Pd) secondo cui «se cede l'ospedale di Udine salta definitivamente tutta la sanità friulana: di fronte a questo rischio si stende il silenzio del sindaco Fontanini e del centrodestra cittadino».